Regia di Breck Eisner vedi scheda film
Remake del famoso film di George A. Romero (comunque non tra i suoi migliori lavori) che trova la sua ragion d’essere in una serie di scelte che lo smarcano, per quanto possibile, dall’originale, rendendolo più semplicistico, ma contemporaneamente anche più spettacolare.
Insomma l’obiettivo viene un po’ spostato verso il basso, giustamente secondo me, ma in maniera anche sorprendente dato che finisce col funzionare meglio del previsto.
Ogden Marsh è un tranquillo paesino disperso nella provincia americana dove non succede mai niente di importante, ma improvvisamente cominciano ad accadere cose strane, con più persone che sembrano impazzire senza ragione.
Si scoprirà presto che la colpa è da attribuire ad una tossina liberata nell’acqua per un incidente durante il suo trasporto militare in aereo.
Intanto la cittadina è messa in quarantena dai militari, l’infezione dilaga, mentre lo sceriffo (Timothy Olyphant) e sua moglie (Radha Mitchell) provano a mettersi in salvo.
Romero produce, Breck Eisner dirige un remake più che onesto che alleggerisce in maniera marcata il sottotesto politico a favore però di una maggiore spettacolarità che si accompagna a momenti di buona tensione, con più sangue ed uccisioni cruente con alcune scene davvero ben confezionate (penso all’autolavaggio o alla doppia uccisione quando lo sceriffo si ritrova un coltello infilato nella mano).
Altra differenza è lo spazio riservato ai militari (nell’originale erano protagonisti con divise bianche molto più impressionanti) che decresce in modo considerevole, mentre sono gli infetti a creare più violenza ed intralciare la fuga dei protagonisti.
Il film diventa così più adatto (ed omologato) ad un largo pubblico meno impegnato, ma almeno riesce ad intrattenere alla grande, insomma credo si sia scelta la strada migliore, e di buona logica (in regia non c’è certo un genio), per portare avanti l’operazione che poi si avvale anche di un prefinale da cardiopalma (fuga in cui i secondi contano per davvero) ed infine i titoli di coda non sono certo incoraggianti.
Per cui nel complesso mi sento di promuovere questo film nonostante qualche evitabile leggerezza (vedi i “nostri” che si muovono a piedi su di una strada deserta e non vengono beccati manco per sbaglio), perché le armi che possiede (ritmo e suspence) le coltiva senza troppe esitazioni.
Più che discreto, il che sa di piccola sorpresa (quando si è pronti al peggio succede così, a volte).
Tocco semplice, ma presa immediata, adatta l'originale di Romero per farlo piacere ad un pubblico più globale (quindi semplifica alcuni aspetti), ma l'operazione gli riesce piuttosto bene, sicuramente meglio di quanto mi aspettassi.
Più sicuro e disinvolto del solito, anche lui si cala bene nella situazione e risulta credibile il necessario.
Bravina, ma anche per i suoi trascorsi ("Silent hill") mi sarei aspettato qualcosa di più da lei.
Volto e modi che si prestano all'occasione.
Pienamente sufficiente.
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