Regia di Breck Eisner vedi scheda film
Quasi trent'anni dopo l'uscita dell'originale,che confermava la fama di George A.Romero come gran teorico del Caos prodotto dal rischio di militarizzazione e ultraconsumismo di certi aspetti della mentalità statunitense,"La città verrà distrutta all'alba" viene rifatto da Breck Eisner,regista di un paio di pellicole,tra cui "Sahara",che avrebbe dovuto dare il via alle avventure di Dirk Pitt,personaggio creato da Clive Cussler. Nella nuova versione il taglio è meno "documentaristico",si è mantenuto lo spunto in cui una sostanza creata nei laboratori in cui si progettano le armi chimiche cade in un corso d'acqua e fa impazzire la comunità di una cittadina periferica degli USA,ma si è virato verso uno schema consueto dell'horror a tinte epidemiche,con un gruppetto di resistenti in fuga sempre più falcidiati da chi è stato contaminato. Non esente da influenze à la Stephen King,con evidenti sarcasmi verso l'America più ghiozza e reazionaria di Bush II e la Palin, il film tutto sommato si lascia seguire senza eccedere in grand-guignol,con violenze preventivate e qualche azzeccato momento di suspence:semmai,è misterioso come una donna incinta come la coprotagonista Rhada Mitchell sopravviva a vari incidenti,tensioni,e cadute senza l'ombra di una perdita di sangue,compreso lo showdown conclusivo,che mostra quel che nell'originale romeriano era stato tagliato,un'esplosione nucleare attuata dagli spicci soldati arrivati a presidiare l'area. Per il resto,c'è ritmo,non ci si annoia,ma permane un sostanziale senso di inutilità dell'operazione.
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