Regia di vedi scheda film
35 interviste ad altrettanti ospiti, fatti tutti accomodare in un’avvolgente poltrona bianca. In cui affondano, oltre ai loro corpi, anche 25 anni di paure, disorientamenti e sospetti ma anche di speranze, voglia di reagire e attaccamento alla vita. È la storia dell’Aids. La quale, da malattia incubata all’interno del ristretto perimetro gay e tossicodipendente, è esplosa poi come fenomeno sociale di portata tale da condizionare la quotidianità di più generazioni a ogni latitudine ci si trovasse. Come il cinema, più di qualunque altra arte, ci ha raccontato (da Una gelata precoce a Notti selvagge a I testimoni). E come ci ricordano, per l’appunto, le testimonianze, sobrie ma incisive, tessute insieme in quasi due anni di lavoro da Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli. La cui sensibilità ha permesso loro di attorcigliare il documentario (già utilizzato da Daniele Segre per Come prima, più di prima, ti amerò) intorno ai due punti cardine di osservazione: quello di una persona sieropositiva e quello di una sieronegativa. Ma ci sono anche i racconti di giornalisti, medici, sacerdoti e persone comuni che quella carneficina, quella “caccia all’untore”, poi trasformatasi in una sorta di “sindrome di Lazzaro”, l’hanno in qualche modo vissuta o subita.
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