Regia di Fabio Bastianello vedi scheda film
Una tifoseria, genericamente denominata Granata, vista scrutata spiata in soggettiva con un piano sequenza di poco più di cento minuti che insegue sulla Curva di uno stadio qualunque in una “normale” domenica d’aprile i deliri di pregiudicati camuffati da appassionati di calcio. È l’intuizione di Fabio Bastianello, che spaccia come docufiction un lavoro attentamente studiato a tavolino, con gli ultrà che sembrano presi dalla realtà e che invece sono interpretati da attori, i più importanti dei quali curiosamente d’origine cabarettistica (Bruce Ketta, Davide Colavini...). La sfida è vinta per metà. Da un lato non possono non essere valorizzati lo sforzo, l’originalità (la soggettiva è “interpretata” da un poliziotto infiltrato), l’impegno civile e sociale, il tentativo di andare al di là dello stereotipo. Dall’altro non si riesce a rimanere in silenzio di fronte a cotanta povertà attoriale (e usiamo un eufemismo), a una sceneggiatura che - come quasi sempre in un lavoro italiano - o ricalca modelli preesistenti o cade facilmente nelle trappole del semplicismo. Rimane il documento, che poi altro non è che un mockumentary, un “falso” d’autore che avrebbe avuto bisogno di ben altre professionalità.
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