Regia di Nia Vardalos vedi scheda film
Nia Vardalos e John Corbett ancora insieme. L’attrice, al debutto dietro la macchina da presa, ritorna in parte nelle zone di Il mio grosso grasso matrimonio greco e anche qui c’è un gruppo di persone (lì la famiglia della protagonista, qui gli amici di lei) che hanno una funzione simile al coro greco. Geneviève è una allegra e ottimista fioraia di Manhattan, prende la vita come viene e non vuole avere rapporti di coppia duraturi. Si è imposta infatti questa regola: mai frequentare un uomo per più di 5 appuntamenti. Le cose cambiano però quando inizia una relazione con Greg. La leggerezza di 5 appuntamenti per farla innamorare è solo di facciata. Quello della Vardalos, anche sceneggiatrice, è un monologo. Si regala battute, piani istantanei con espressioni più imbambolate che incantate, prova ad accendere il film con colori sparati e strizza l’occhio a Woody Allen nella visione di New York che però qui è solo anonimo sfondo e non bastano i grattacieli illuminati di notte per ravvivarlo. Bastava anche un terzo della complicità e dell’intimità di Il gusto degli altri. Ma il vissuto di Agnès Jaoui qui non trova posto. E restano le maschere di una rappresentazione esibita e molto fiacca.
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