Regia di Giambattista Avellino vedi scheda film
Se si esclude l'empatia dei figli di nessuno (e siamo in tanti) con i ruoli dei tre protagonisti, la pellicola va avanti piuttosto banalmente grazie a gag fantozziane, anche se si può concordare con il messaggio pessimista: siccome nulla può cambiare, almeno viviamo l'esclusione con qualche piccola soddisfazione. I meccanismi del sistema di cooptazione, che in realtà permea non solo l'ambiente lavorativo, sono impeccabili, specie quelli dei concorsi universitari. Tra le note stonate, il fiorentino storpiato da tre attori con accenti naturali del tutto diversi, salvo forse la Cortellesi: nessuno si offende se "ci si limita" ad una corretta dizione italiana. Mettere in un film denuncia sulla raccomandazione uno come Argentero, la cui carriera cinematografica si direbbe aver svoltato proprio grazie ad un'azzeccata unione sentimentale.
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