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C'è chi dice no

Regia di Giambattista Avellino vedi scheda film

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La recensione su C'è chi dice no

di mm40
2 stelle

In Italia? Raccomandati nel Belpaese del sole e del mare e della pizza e dei mille mandolini? Ma che, scherziamo? Un film che parte da un tale scandaloso assioma (qui si lavora solo se si è figli o amici di), così coraggiosamente portato avanti nella profondissima inchiesta sviluppata dalla rivoluzionaria trama, certo è destinato a lasciare il segno: è forse questo il cinema civile modello anni '10? Purtroppo chi scrive teme di sì. Raramente si è visto qualcosa di più penoso di questo C'è chi dice no (ma che diavolo c'entra Vasco, poi?), un film contro i raccomandati con protagonisti il cugino di una letterina, l'ex fidanzata di un attore e un vj di Mtv che il cinema aveva già scartato negli anni '90, dopo la negativa esperienza di Ovosodo; l'impressione è quella di un cane agonizzante che si morde la coda rabbiosamente, assestando con veemente e compiaciuto furore cieco una masochistica ferita in più ad ogni feroce morso. Qualcuno - a dire la verità neanche poca gente - ha perfino pagato 8 euro per andare a vedere questo indecoroso spettacolo di spensierato suicidio morale e materiale: l'unica conclusione che se ne può trarre è che il cinema italiano ha definitivamente fatto outing: vuole morire. Ci sta chiedendo l'eutanasia, con opere come questa prima ancora che con i soliti cinepanettoni cui siamo ormai assuefatti. Peccato per Avellino, regista in precedenza di due lavori con Ficarra & Picone assolutamente non disprezzabili; peccato per la Cortellesi, che sembra quasi inutile lodare da quanto piaccia a tutti (e in ogni campo si cimenti: presentatrice, comica, cantante, attrice); peccato per le comparsate di Bigagli e Albertazzi, travolti - più che coinvolti - in un lavoraccio che abbassa sensibilmente la media delle carriere di entrambi. Ma per il resto, C'è chi dice no è davvero spazzatura, complice una sceneggiatura (Avellino e Fabio Bonifacci, che nella sua carriera di autore ha alternato lavori dignitosi come Notturno bus o Diverso da chi? a vere schifezze del calibro di Oggi sposi o Amore, bugie e calcetto) di una piattezza che lascia allibiti, che vomita luoghi comuni e frasi fatte e che insulta l'intelligenza minima di qualsiasi spettatore quando vuol far credere che, anche se solo per un attimo, il sistema delle raccomandazioni in Italia possa essere sconfitto con un po' di buona volontà. E' a quel punto che bisognerebbe abbandonare la sala cinematografica, non prima di averle dato fuoco però: se questo è il destino del nostro cinema, tanto vale che i nostri figli non soffrano come o addirittura più di noi. 1/10.

Sulla trama

Tre trentenni bravissimi nei loro mestieri, ma impossibilitati a esercitarli dallo stuolo di raccomandati che li precedono puntualmente a ogni concorso o colloquio, decidono di unirsi per sconfiggere l'annosa piaga tutta italiana della raccomandazione. Riescono a vendicarsi dei diretti rivali, ma la situazione non cambierà.

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