Regia di Scott Hicks vedi scheda film
VOTO : 6.
Scott Hicks ancora una volta non soddisfa in pieno le attese della vigilia e confeziona un film che non convince del tutto anche se comunque vi ci si trovano alcuni pregi, o almeno punti di vista diversi dal solito anche se qualcosa di più nella gestione del racconto si poteva fare.
Joe Warr (Clive Owen) vive felicemente con la sua seconda moglie (Laura Fraser) ed un bimbo piccolo, quando la sua compagna muore prematuramente per un cancro.
Sarà dura tornare ad una vita regolare, tra un lavoro impegnativo, consigli famigliari (nonni) diversi dalle sue idee, un bambino finora poco frequentato ed una nuova amicizia femminile alle porte.
Poi un giorno arriva dall’Inghilterra il figlio avuto dal primo matrimonio, le cose sembrano andare bene, ma basta sempre poco per incrinare un equilibrio precario.
Film piuttosto semplice che paga una narrazione che viaggia a sprazzi, che non lega sempre molto bene gli eventi per colpa di una sceneggiatura che evidentemente si vede costretta a tagliuzzare (ma poteva farlo meglio) per farci stare tutto dentro in circa 100 minuti scarsi.
Così momenti diversi si susseguono senza essere sempre inquadrati al meglio, la “buona” notizia è comunque che di fatti ne succedono a sufficienza per riempire lo spazio, anche se le situazioni chiave potevano essere valorizzate in maniera più consistente.
La scena poi, oltre ad avvelenarsi delle affascinanti terre australiane, inquadrate in alcuni campi lunghi, è sorretta soprattutto dalla presenza di Clive Owen che rimane praticamente sempre in prima fila, aiutando parecchio lo sviluppo (chiave) del rapporto padre figlio (piccolo) conseguente ad un drammatico lutto.
Rapporto descritto tra alti e bassi, con scene anche parecchio belle di affetto ed altre banali se non addirittura fastidiose (gli schiamazzi, la spocchia che ogni tanto i protagonisti manifestano mi son parsi un po’ esagerati), il tutto destinato ad ampliarsi con l’arrivo dell’altro figlio, mentre purtroppo rimane troppo in disparte lo sfioramento con Laura (Emam Booth) che non dico dovesse finire in maniera differente, semplicemente perché non finisce veramente.
Dunque il film non si può proprio dire riuscitissimo però affronta di petto un argomento non facile per cui certi (evidenti) difetti non lo affossano del tutto e rimane comunque parzialmente interessante.
Comunque peccato perché con maggiore incisività si potevano conseguire risultati migliori.
Solo sufficiente.
VOTO : 6.
Non trova un ritmo continuo a sufficienza per essere più convincente.
Alcune scene gli vengono anche bene, in altre invece risulta fin troppo approssimativo.
VOTO : 6,5.
Si mette in gioco in un ruolo particolare e non facile per un attore famoso come lui.
Il risultato non è degno di grandi menzioni, ma l'impegno non manca ed in scena si fa valere.
VOTO : 6.
Se la cava bene in un ruolo destinato a sfumare precocemente per quanto richiamato dalle visioni del protagonista.
VOTO : 6.
Assomiglia parecchio a Rupert Grint, per il resto il suo contributo è sufficiente e niente di più.
VOTO : 6++.
Carina e molto naturale.
Con estrema semplicità non passa inosservata.
VOTO : 6.
Ruolo di bimbo non facilissimo (tra momenti allegri ed isterismi improvvisi) e nemmeno troppo favorito dal copione.
Comunque sia se la cava.
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