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Dalla vita in poi

Regia di Gianfrancesco Lazzotti vedi scheda film

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La recensione su Dalla vita in poi

di scandoniano
4 stelle

Il film si svolge in due momenti: Danilo (Filippo Nigro) e Katia (Cristiana Capotondi) sono a letto, dove tra un bacio ed una scaramuccia, consumano il loro amore mentre inconsapevolmente, un piano più sopra, l’amica di lei, Rosalba (Nicoletta Romanoff), seduce il perfido sovrintendente di polizia (Pino Insegno), che si capirà sta sorvegliando Danilo, in libertà vigilata. Numerosi flashback ci fanno conoscere Danilo e le sue colpe, Katia e il suo carattere granitico, Rosalba e le sue paure.

Pur non rientrando nel filone “fantasy”, il film prova comunque a farci credere (e per di più contemporaneamente) che in Italia un disabile può vivere una vita normale (anzi addirittura farsi forte della sua posizione di disagio sociale), che un feroce e manesco delinquente può redimersi con la sola forza dell’amore, che una biondona sexy può essere insicura al punto da aggrapparsi ad un’amica malata di distrofia muscolare e che un poliziotto può finire in galera. Pochi barlumi di decenza in un film volenteroso, pulito e originale, ma che a parte confermare la straordinaria bravura di alcuni giovani interpreti italiani (la Capotondi su tutti), non riesce a lasciare traccia del suo passaggio.

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