Regia di Hideo Nakata vedi scheda film
“Chatroom” è il classico film assimilabile alla nutrita categoria delle occasioni mancate, affascinante per la messa in scena e per l’argomento che tratta (il mondo virtuale che soppianta quello reale), ma anche pretestuoso e definito purtroppo malamente.
William (Aaron Johnson) fugge completamente dalla realtà e riversa tutte le sue attenzioni sul mondo della rete all’interno del quale conosce diversi seguaci che con lui condividono presto i propri segreti.
Ma William è mentalmente disturbato e porterà gli altri all’interno di un pericoloso gioco.
A livello formale l’opera di Hideo Nakata (suoi sia l’originale “Ring” del 1998 che l’americano “The ring 2”, 2005) si presenta fin dall’inizio piuttosto bene, con le chat rappresentate attraverso vere e proprie stanze architettate ad hoc (alcune sono davvero suggestive) in funzione dell’argomento, con i corridoi come veri e propri canali di transito affollati di tutto e di più ed un personaggio principale psicologicamente inquietante (ed Aaron Johnson in questo aspetto è spietatamente lucido).
Peccato poi che lo sviluppo si faccia inutilmente intricato, facendo acqua da più parti, più attento alla visionarietà che allo sviluppo dei concetti in se, accumulando variazioni che diventano man mano sempre più spericolate e meno tracciate.
Così oltre a diversi riquadri ben concepiti rimane davvero poco e tutto si risolve in un costante rimbalzo tra la densità del web ed il vuoto di una vita reale ormai abbandonata.
Insomma, trattasi di una mezza delusione, uno sviluppo che si prende sempre terribilmente sul serio senza possedere l’accortezza per farlo.
Claudicante.
Esteticamente adotta alcune soluzioni ben definite, ma sul resto le pecche sono a mio avviso parecchie.
Fornisce al suo personaggio la giusta dose di inquietudine.
Peccato che il film non lo premi fino in fondo, ma il suo contributo rimane sostanzialmente positivo.
Discreto.
Possiede una discreta presenza, superiore alla media delle ragazze della sua età.
In attesa di partecipazioni più interessanti merita comunque una piena sufficienza.
Sufficiente.
Dignitosa.
Sufficiente.
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