Regia di Doug Liman vedi scheda film
All'inizio degli anni '90 una agente segreto della CIA (Watts) viene smascherata nel suo ruolo perché il marito (Penn), un diplomatico che ha mediato con governi accusati di favorire il terrorismo dopo l'11 settembre, ha rivelato alla stampa verità scomode sull'amministrazione Bush e sulle presunte armi di distruzione di massa. Tra tubi di alluminio sospetti e uranio arricchito (ma per le armi nucleari non usa quello impoverito?), gli alti gradi della CIA fanno di tutto per togliere di mezzo la donna ormai scomoda mettendo anche a soqquadro il suo matrimonio.
Tratto da una storia vera, il film del regista di The Bourne Identity è una spy-story farraginosa e svogliata che nella seconda parte si trasforma in un mediocre dramma familiare. Peccato, perché sulla carta l'assurda vicenda che svela senza troppi fronzoli le malefatte dell'amministrazione Bush per potersi inventare una guerra avrebbe meritato di più. Nelle mani di Robert Redford avremmo avuto un film certamente più appassionato.
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