Regia di Christoffer Boe vedi scheda film
Opera dalle ambizioni hitchcockiane, questo Everything will be fine, scritta e diretta dal 36enne danese Christoffer Boe. Ma è un Hitchcock ribaltato, nel quale non c'è un innocente accusato ingiustamente che deve discolparsi, bensì un colpevole ingiustamente non creduto che deve in ogni modo rivendicare il suo delitto; il meccanismo è arguto e la scrittura funziona, sebbene di tanto in tanto certe velleità espressive (sguardi 'teatrali' dall'alto, montaggio frenetico da videoclip musicale) disperdano il potenziale ansiogeno del lavoro. Ottima scelta quella di affidare il ruolo da protagonista a Jens Albinus, già al centro di alcuni lavori di Von Trier (indimenticabile negli Idioti, ma anche ne Il grande capo e in Dancer in the dark), interprete efficace di un crescendo di tensione destinato a scoppiare nel (pretenzioso?) finale. Nel complesso Everything will be fine può essere visto come un lieve passo indietro (per la solidità della messa in scena e per la linearità della storia) rispetto a un lavoro come Reconstruction (2003), ma certo non è un'opera da buttare, anzi: le premesse per qualcosa di migliore ci sono tutte. Curiose le affinità, quantomeno nella prima parte della storia, con Ho ammazzato Berlusconi (Rossi e Giometto, 2008). 5,5/10.
Jacob, regista pressato dagli impegni lavorativi, una notte investe senza accorgersene un pedone in una strada buia. L'uomo non si muove, Jacob gli trova addosso delle foto di torture di soldati e le porta via con sè. Quando va ad autodenunciarsi, il regista si sente rispondere che non è stato trovato nessun cadavere sul posto dell'incidente...
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