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Gli amori immaginari

Regia di Xavier Dolan vedi scheda film

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La recensione su Gli amori immaginari

di maurizio73
6 stelle

Nella Montreal dei nostri giorni i due amici Marie (eterosessuale e disinvolta) e Francis (omosessuale e introverso) si innamorano entrambi di Nicolas (bello,solare e intelligente), che incarna il loro ideale di un immaginario e fantasticato amore platonico. Quando Nicolas si accorge della meschina rivalità che anima la sotterranea ostilità dei due amici in competizione per lui, qualcosa sembra definitivamente incrinarsi nel loro rapporto. Un anno dopo Marie e Francis sono ancora amici ma, nel frattempo, hanno mutato l'oggetto del loro comune desiderio sentimentale.
Giocato sull'estetica colorata e spiazzante di una 'Nouvelle Vogue' canadese di ritorno che articola il racconto di un ironico e feroce inseguimento amoroso, attraverso la composizione di un collage di situazioni e confessioni che conivolgono una cerchia di amici alle prese con le loro 'pene d'amor perduto', il secondo lungometraggio del giovane autore canadese (qui anche sceneggiatore,attore, montatore,costumista,etc) Xavier Dolan si prefigge un ambizioso (secondo alcuni pretenzioso) obiettivo di suggerire da un lato le molteplici declinazioni del sentimento amoroso (l'attesa,la distanza, l'immaginazione, l'illusione, la sessualità) nelle esternazioni da 'gruppo di ascolto' di personaggi secondari e dall'altro di metterne in scena una rappresentazione pratica nel simpatico e inusitato triangolo amoroso che ne coinvolge i personaggi principali (lui-lui-l'altra). Il risultato è una commedia sentimentale che scardina i canoni consueti del racconto tradizionale per mostraci, con una certa leggerezza di tocco ed una divertente dose di autoironia, quanto l'irraggiungibile ideale di un immaginato 'amour fou' sia il motore di una inconcludente e patetica ricerca di un altro da sè che finisce per naufragare nell'inevitabile disillusione di una sconfessione amorosa (per lei) o di un banale fraintendimento (per lui). Nella rappresentazione dei modelli di riferimento (Audrey Hepburn) e nell'uso insistito delle musiche a tema (per noi la francese Dalidà che canta la cover italiana della 'Bang Bang ' di Sonny Bono), il giovane Dolan batte sul tasto di questa idiosincrasia amorosa (il sesso è una cosa e l'amore un'altra) muovendosi con una certa originalità e intelligenza tra il Truffaut di 'Jules et Jim' (qui la contesa non è sulla bruna e umbratile Catherine ma sul biondo e solare Nicolas) e le atmosfere impalpabili e struggenti del Wor Kar Wai di 'In the Mood for Love'. E' pur vero che la risposta alle questioni poste (cosa sia l'amore,tranne che il dominio dell'irrazionale come nella citazione iniziale di De Musset) sembrano ridursi al futile 'divertissement' nel gioco a nascondino di un inconcludente inseguimento amoroso o nella schematica e pretestuosa enunciazione di una famigerata 'scala Kinsey' delle inclinazioni sessuali, ma in tempi come questi, segnati da un linguaggio cinematografico dozzinale e ripetitivo, non ci sembra affatto poco. Nomination nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2010.

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