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Gli amori immaginari

Regia di Xavier Dolan vedi scheda film

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La recensione su Gli amori immaginari

di alan smithee
8 stelle

"Avevamo cinque anni, correvamo sui cavalli io e lei contro agli indiani, eravamo due cow boy   bang bang, di colpo lei, bang bang, lei si voltò bang bang, di colpo lei, bang bang, a terra mi gettò". (Bang bang - Dalida)

Les amours immaginaires è un diario colorato e ritmato di una contesa: un duello strategico e premediatato con l'astuzia fomentata dalla passione e dal desiderio che un bellissimo ventenne (il biondo e botticelliano Niels Schneider, quasi un sosia maschile o l'ideale fratello gemello della Uma Thurman degli esordi con Terry Gilliam) accende in due amici, un giovanotto ventenne carino ed insicuro, e la sua amica Marie, un po' più matura e dallo stile (di vita ed abbigliamento) piuttosto ricercato e vintage, come a simulare una nuova sofisticata Audrey Hepburn canadese. Rinnegando inizialmente ogni sorta di interesse nei confronti del giovane apollo biondo, portato a casa da amici durante una cena come tante e divenuto subito il fulcro della serata, i due amici per la pelle si trasformano presto in acerrimi rivali, nel tentativo sin irrazionale e quasi spionistico di sottrarre all'avversario una preda tanto ambita. Che poi tanto preda non è,  in quanto l'oggetto di tanto ardito sentimento è ben conscio delle brame e del "disio" che è in grado di suscitare sui due contendenti. Inframmezzato da un non troppo chiaro intervento testimoniale di altri giovani in vena di confidenze intime (che parlano un francese "quebecois" davvero forsennato ed indecifrabile), l'opera seconda del giovanissimo talento canadese Dolan è un duello amoroso delirante e buffo che seduce per colori e cromatismi affascinanti (siano essi riferiti agli eccentrici abiti fuori tempo massimo di Marie, che ai colori meravigliosi e caldi del gia' rigido autunno canadese, oppure ai filtri che colorano monocromaticamente gli approcci amorosi, non sempre felici, dei nostri due acerrimi "amici". Echi pasoliniani di Teorema e di un triangolo inevitabilmente scaleno, che andrà a sciogliersi quando l' oggetto del desiderio si stufera' di giocare e si dileguera' verso altri lidi, lasciando i due lati rimanenti procedere come due rette che non riusciranno mai più ad intersecarsi....almeno in questioni di cuore. Belle musiche seducono assieme ai colori caldi e a riprese ricercate di grande effetto: su tutte vince Dalida e il suo doloroso Bang bang, quasi un lamento per la tristezza e la rassegnazione che comunica la grande voce della cantante, che evoca alla perfezione gli effetti stordenti che suscita un tradimento reciproco, in gradi di trasformerà radicalmente un'amicizia, piegandola e umiliandola col gelo della diffidenza. Ma Dolan evita o glissa sulle tragedie con una certa ironia, o alternativamente col suo sorriso disarmante ed aperto, e una comicita timida fatta di mimica e scatti nervosi, mani che sudano, unghie rosicchiate e tic nervosi irresistibili.

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