Regia di Mathieu Amalric vedi scheda film
E' un peccato che all'esito felice in cabina di regia - premiata a Cannes nel 2010 - di Mathieu Amalric, peraltro sempre convincente come attore, nei panni dell'impresario in crisi e dalla vita incasinatissima Joachim Zand, non si accompagni una sceneggiatura di uguale livello.
Amalric padroneggia bene il mezzo cinematografico, dando un'idea di quello che c'è dietro le quinte di uno spettacolo, in questo caso il New Burlesque, cioè le lunghe attese, i continui trasferimenti da un albergo all'altro, le prove, nonché i grandi sacrifici economici per tenere in piedi un'attività del genere, il tutto narrato con un piglio un po' malinconico ma con frequenti spruzzate di comicità.
Ciò che manca nella sua opera è però una visione d'insieme dei tanti elementi che compongono questo puzzle: a parte lo stesso protagonista, analizzato in profondità, con i suoi tic, le sue manie - su tutte, quella di chiedere sempre in ogni albergo di spegnere la musica di fondo - i suoi pregi (pochi) e le sue debolezze (molte), e una delle ragazze che ha con lui un rapporto piuttosto contrastato, tutte le altre prorompenti performer, quasi tutte dal fisico assai 'abbondante' rimangono delle figurine ai margini della storia, che meccanicamente ripetono i loro numeri, non certo memorabili, sul palcoscenico. Di loro sappiamo poco o nulla.
Voto: 7.
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