Regia di Mathieu Amalric vedi scheda film
TOURNÉE
Si pensa a Fellini, soprattutto nel finale del film. Una troupe che arriva alla spicciolata in un hotel fantasma. Una delle componenti che osserva la scena dalla finestra della propria camera e si sofferma su quella sorta di trenino umano, può portare alla mente 8 e½ o Ginger e Fred. Il pensiero va anche, però, ad uno dei film della commedia all’italiana recentemente passato in TV, Basta guardarla.
Il teatro d’avanspettacolo è protagonista in entrambe le pellicole. Salce ce lo descrive con tono umoristico e leggero, divertito pittore di un mondo non ancora seriamente minacciato dalla televisione. Mathieu Amalric, invece, mette in scena, quasi fuori tempo massimo, un cosmo ormai detronizzato. È abitato da donne che si proclamano autonome e vogliono ideare uno spettacolo di burlesque per le donne; pensano pur sempre, però, a compiacere gli uomini, anche se tentano di farsene beffa. In scena nudità pastose ma decadenti. Le donne di Tournée non sono viste con la gioiosa morbosità con cui guardava le sue l’occhio di Fellini. L’ironia, qui, volge all’amaro e siamo testimoni di un mondo in disfacimento.
Il produttore Joachim – impersonato dal regista – crede in questa forma d' avanspettacolo, che nel film mostra di avere ancora un suo pubblico. Tenta di tenerlo ben distinto dal basso voyeurismo televisivo. Chiede, però invano, di spegnere o abbassare il volume delle musiche in libera uscita, 24 ore al giorno, nei vari alberghi che ospitano la troupe e si deve arrendere all’ottundente ripetitività dei media.
Theophilus
31 agosto 2011.
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