Regia di Rachid Bouchareb vedi scheda film
Dopo i massacri di Sétif del 1945, tre fratelli algerini, uno dei quali eroe di guerra a Dien Bien Phu, si ritrovano in Francia nelle fila del Fronte di Liberazione Nazionale. Cominciano le prime azioni di guerriglia, contrastate da un tenace sbirro dei servizi che forma un gruppo armato segreto uguale e contrario, la Mano Rossa, benvoluto da De Gaulle. Il film che ha fatto tremare l’Assemblea Nazionale Francese per la ricostruzione senza sconti della strage di Sétif (20 mila morti non ufficiali) esce in Italia forte della sua candidatura all’Oscar ma di fatto monco, essendo un seguito ideale del precedente lavoro di Bouchareb, Indigènes (i protagonisti sono gli stessi, e con gli stessi nomi), inedito da noi. Questa volta, il regista viene sopraffatto dalla Storia e dalle ambizioni di un epico affresco bertolucciano cui mancano il furore e la completezza di sguardo. Difficile per lo spettatore italiano raccapezzarsi tra riferimenti poco chiari (come il ruolo dell’Mna e il suo contrasto con l’Fln) e questo forse spiega come mai nel trailer non si faccia mai riferimento alla Francia e all’Algeria, per paura di “rimbalzare” il pubblico. Rispetto a Indigènes si è meno coinvolti, anche se il cast è sempre strepitoso, dai tre protagonisti, Jamel Debbouze, Sami Bouajila e Roschdy Zem, al colonnello Faivre interpretato da Bernard Blancan.
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