Regia di Rachid Bouchareb vedi scheda film
Incursione gallica - parte terza
Cineasta interessante Rachid Bouchareb. Non sempre all'altezza delle aspettative magari, insistentemente autoreferenziale ma puntulamente ambizioso ed impegnato. Uno di quei registi che su grande schermo portano storie che quasi sempre valgono la pena di essere raccontate. Più vicino ad "Indigènes" che a "London river", quest'ultimo "Uomini senza legge" trasporta il proprio spettatore all'interno della lunga lotta (armata) per l'indipendenza algerina. Dal massacro di Sètif perpetrato nel '45 sino agli attentati terroristici dell' FLN e alla relativa guerra intestina con i servizi segreti francesi, il tutto visto attraverso gli occhi di tre fratelli, divisi e riuniti a più riprese da un ineffabile destino. Un' epopea familiare pervasa di rivoluzione e sacrificio che non fatica a trovare una collocazione fra quelle pellicole coraggiose e mlitanti che hanno portato sullo schermo la scomoda realtà degli anni di piombo. Onore al merito quindi, anche se, da un punto di vista prettamente cinematografico, ci troviamo di fronte all'ennesimo lavoro imperfetto di quello che probabilmente si ritiene già un autore ma senza esserlo ancora diventato. Il problema di Bouchareb continua ad essere quello di un girato ancora poco personale, sebbene piuttosto spettacolare, ma ancora prigioniero di un citazionismo sfrenato nei confronti dei grandi maestri oltreoceano e di un certo cinema britannico alla Loach/Jordan/Sheridan. Lo stesso script segue una linea piuttosto comune al genere storico in questione, senza contare che le poche digressioni dal nucleo centrale della vicenda franano malamente come avviene nel caso dell'evoluzione gangster del personaggio di Jamel Debbouze. Altro difetto rimane quello di una certa freddezza nella narrazione, solo in parte riscattato dall'ottima prova di un affiatato ed incisivo cast, che impedisce allo spettatore di essere pienamente coinvolto da una vicenda che invece implicherebbe il massimo della partecipazione.
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