Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film
Sabina Guzzanti realizza il suo personalissimo documentario su tutto quanto è accaduto prima, durante e dopo il terremoto dell’Aquila. Il taglio è decisamente politico, come era da attendersi, e lo stile somiglia molto a quello di Michael Moore, documentarista politico americano famoso per il suo modo di fare diretto e ricco di dettagli (anche grafici, ad intervallare il flusso di immagini).
Il film racconta in maniera precisa e commovente il dramma delle popolazioni e il contemporaneo teatrino politico che si è sviluppato attorno alla ricostruzione, con testimonianze soprattutto in relazione a quanto accaduto durante lo sciame sismico che ha preceduto il grande sisma del 6 Aprile, nonché all’operazione di assegnazione delle case.
La Guzzanti (autrice e regista della pellicola) romanza molto, ricama sui fatti più di quanto un documentario dovrebbe fare, e sempre a senso unico. Seppur le vicende, le intercettazioni, richiamino con buona evidenza un sistema corrotto e scellerato, le conclusioni del film sono univoche oltremodo. Anche il montaggio, di buona fattura, lascia trasparire giocoforza un giudizio preciso sull’operato di Berlusconi, Bertolaso e compagnia, partendo da opinioni disparate e spesso discordanti tra loro e finendo con quelle più autorevoli o incisive, che sottolineano la scelleratezza della gestione dell’urgenza.
Nel complesso un film scritto e girato bene, montato ancora meglio, ricco di spunti e soprattutto sul piano della cronologia degli eventi molto preciso e completo. E soprattutto un bel lavoro, due spanne sopra “Viva Zapatero”, che rende giustizia a molte ingiustizie che ancora oggi gli aquilani stanno subendo.
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