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Draquila. L'Italia che trema

Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film

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La recensione su Draquila. L'Italia che trema

di Paul Hackett
8 stelle

La strumentalizzazione del disastro sismico a L'Aquila per puntellare la traballante immagine del presidente del consiglio grazie ad un abile controllo dei media, l'abbandono di un centro storico di inestimabile valore per favorire la costruzione di un insediamento moderno e senz'anima con spaventoso sperpero di denaro pubblico (e conseguenti lauti guadagni di qualcuno), la soppressione dei diritti democratici degli sfollati, tenuti sotto controllo con metodi da lager e spesso costretti ad essere sradicati dalla propria città e delocalizzati in alberghi lontani decine di chilometri, la progressiva trasformazione della protezione civile in una società d'affari e lo scandalo che ha coinvolto Guido Bertolaso, l'enorme business della ricostruzione, le inesistenti forme di prevenzione che hanno preceduto la devastante scossa del 6 aprile 2009... presentato del tutto surrettiziamente dai media (a proposito di manipolazioni) come il solito violento attacco della comica Guzzanti (irrispettosa della tragedia dell'Aquila) nei confronti del "povero Silvio" che tanto si è speso per la ricostruzione del capoluogo abruzzese, "Draquila" è in realtà un interessante ed asciutto reportage in diretta dai luoghi del terremoto, con il coraggio di fare nomi e cognomi (qualche volta accompagnandoli ad aggettivi non troppo lusinghieri) e la capacità di approfondire temi sui quali i vari telegiornali hanno quasi sempre alzato cortine fumogene all'evidente scopo di non far sapere. Sabina Guzzanti rinuncia ai suoi consueti eccessi verbali e satirici (non c'è davvero nulla da ridere nell'ora e mezza del documentario, anzi tutt'altro) e si trasforma in una sorta di Milena Gabanelli, firmando una testimonianza preziosa sulla derelitta Italia dei nostri tempi, con la realtà che, imponderabilmente, giorno dopo giorno, riesce a superare qualsiasi immaginazione. In fervida (ma non troppo fiduciosa) attesa di poter finalmente voltare pagina e sperare in un futuro meno tetro e deprimente... quattro stelle.

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