Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film
Su questo film e ancor di più sul tema che esso sviscera in ogni suo aspetto e retroscena, ci sarebbe una montagna di cose da dire. Eppure sono tutte cose che si sapevano (quasi tutte) e che avevamo letto sui giornali, rielaborandole poi a seconda delle nostre convinzioni e delle nostre attitudini politiche. Allora, se è una realtà che ci era già nota, a cosa serve questo film? Essenzialmente a due cose. A ribadire giusto un paio di considerazioni riguardo ad una visione complessiva degli eventi accaduti a l'Aquila dei quali viene proposta una lettura particolarmente critica ed approfondita. E poi servirà -complice il passaggio al festival di Cannes- a far conoscere anche all'estero certe disinvolte "situazioni" di cui noi italiani non abbiamo granchè da vantarci. Si tratta di una visione appassionante, un'ora e mezza densa, piena zeppa di volti, di persone, di risentimenti, di cattivi umori, ma anche di illusioni, di italica attitudine al servilismo, di balle svelate, di interessi economici, di gente in fila ad adorare "il migliore", il "più forte". Ma soprattutto straordinario è il lavoro di raccolta e successivo riordino di una mole impressionante di dati e notizie. Il critico di "Repubblica" ha scritto che si esce da questa visione "con le mani nei capelli". Beh, è un eufemismo. Personalmente, mettiamola terra terra, sono uscito sovrastato da un senso di pura e sana incazzatura. Sì, certo, anche sgomento e tristezza, ma soprattutto incazzatura. Che poi, alla fine, non sai con chi prendertela. Con faccendieri e imprenditori che ci hanno mangiato sopra ridèndosela? Con politici che si preoccupano soprattutto di compiacere il "Re"? Con il sistema incredibile di questa "Protezione Civile"? E come fai a prendertela con queste persone se non puoi materialmente raggiungerle per potergli (metaforicamente parlando) "sputargli in un occhio"? No, non puoi. Però, se ci pensate, noi siamo letteralmente circondati nella quotidianità da persone con cui potremmo prendercela; e sono quella moltitudine di italiani che supportano (votandoli) quei politici i quali hanno promosso e reso possibile tutto quello che di obbrobrioso viene mostrato in questo film. Gli adoratori dell'Imperatore sono tra noi, forse sono la maggioranza, ci osservano, e non accettano condizioni, che il loro amore verso il Sovrano è senza riserve, pura Devozione. Infatti loro stanno già da giorni dileggiando questo film, per loro la regista è una bestia nera che ha osato sfidare il Sovrano. Se potessero la lapiderebbero. Il "Re", lo sappiamo, è riuscito in un'impresa fino ad ora mai concepita in ambito politico e sociale: spaccare di netto l'Italia in due ed attribuire ad ogni mossa politica, ad ogni novità, un senso soltanto, uno solo, quello di un referendum: o con Lui o contro di Lui. E dunque anche la visione di questo film implica il senso di un sondaggio, o pro o contro, senza mezze vie. O lo si ama o lo si detesta. Il film, intendo. Ma anche l'Imperatore. Ed è inutile fermarsi a riflettere (come capita anche a me) e porsi la fatidica domanda: "Ma come si è potuti arrivare a questo punto?". Tutto inutile. L'Imperatore ha pieni poteri ormai su tutto e i suoi Servi fungerebbero anche da kamikaze pur di soddisfarne Ambizioni e Vanità di Potere. Ho scelto di non estrarre momenti particolari del film e raccontarli. Non saprei da dove cominciare, e poi preferisco non pescare nel mucchio di una narrazione così palpitante. Spero solo che in tanti andiate a vederlo. C'è molto da imparare, da sapere. Lo so che sono cose in gran parte note, ma ha un suo valore il ritrovarsi in una sala buia, a tu per tu con la propria indignazione. Sentimento quest'ultimo sano e ragionevole. Che ci aiuta ad affrontare con dignità la "mission impossible" d'essere ogni giorno assediati da loro, la setta degli Adoratori, che rispecchiano, ciascuno nel proprio piccolo, l'arroganza e l'onnipotenza del loro Padrone ed Idolo assoluto. Andate tutti a vederlo, questo piccolo grande atto di coraggio. E quando vedrete spiegato nei dettagli l'incredibile meccanismo che fa della Protezione Civile il braccio armato di questo Governo, non abbiate timore di liberare quel senso di indignazione che ha il suo naturale sbocco in una adrenalinica dose di sanissima incazzatura. Se venissi interrogato su quale sia l'aspetto del film che più mi ha colpito, non avrei dubbi. Ho trovato metodico nella sua follia, questo "progetto" del Premier di sfruttare con tanta meticolosità una calamità naturale, attraverso un sapiente teatrino mediatico, col fine di invertire la china discendente della propria popolarità personale e, anzi, farne un punto d'appoggio per acquisire vagonate di nuovo consenso ed alimentare una macchina che sforna carisma a getto continuo. Anche se poi, come la Guzzanti fa notare, l'effetto in apparenza stratosferico di questa "operazione consenso" è durato lo spazio di un mattino, poichè nel giro di poche settimane, già nuove nubi si addensavano sulla testa "asfaltata" del nostro ineffabile premier. Hai voglia tu, a creare consenso! Il livello di corruzione degli amici dei suoi amici è tale che qualsiasi "fabbrica di consenso" mostrerebbe il fiato corto. E anche adesso, in questi giorni, in queste ore, tra un bagno di folla e l'altro, tra un plebiscito e l'altro, si percepisce da parte dell'Imperatore il respiro affannoso di chi sta annaspando e di chi, in cuor suo, spera succeda "qualcosa", che so, qualche altro evento magari, che riesca nuovamente a salvarlo dal declino e a raccattare qualche nuovo consenso che mantenga in vita il "paziente" per qualche mese ancora. Mi ha fatto quasi tenerezza l'idea di questa Sabina che si fa piccola piccola e, come una bambina curiosa, si aggira per vicoli, tende e container munita di registratore e camera, per fare domande alla gente, per cercare di capire. Anche interrogando coloro che adorano l'Imperatore, e fra questi anche chi lo vorrebbe baciare ed abbracciare. Ed è proprio osservando gli occhi lucidi e innamorati di questi ultimi che ho improvvisamente visto materializzarsi sullo schermo l'effetto di anni ed anni di ospitate del premier nel salotto compiacente e affettuoso del suo amatissimo "ciambellano" Vespa. E, dunque, andando in giro a raccogliere indizi, capita a Sabina di fare scoperte inedite e curiose. Tipo quella che la Protezione Civile si occupa non solo di alluvioni e terremoti, ma anche di organizzare le feste di Padre Pio o alcuni congressi religiosi (alzi la mano chi lo sapeva!). Io, invece, anzichè "il Sovrano" dalla testa bitumata, vorrei idealmente abbracciare questa ragazza dal coraggio di una leonessa, anche se mi permetto di darle un piccolo consiglio: Sabina, prepàrati, che molto presto il braccio armato mediatico dell'Imperatore ti si scatenerà contro senza pietà, e quel giorno Feltri o Panorama andranno a rimestare in ogni giorno (in ogni ora) del tuo passato, tirandone fuori tutte le gamme cromatiche possibili del colore della merda. Anzi, già che ci sono, posso fornire uno spunto al Dott.Feltri: la Guzzanti mi pare in passato abbia professato fede religiosa buddista...si potrebbe costruirci su un bel dossierino magari con la foto di una Sabina "rapata" in prima pagina sul Giornale, no?? Qualche critico burlone ha tentato di dimostrare che "questo non è cinema". Ma certo che lo è, caro critico buontempone: questo è un caso emblematico di moderno documentario, nel più assoluto rigoroso stile "alla Michael Moore". Classico documento di inchiesta giornalistica, nè più nè meno. Ma probabilmente chi detesta Moore detesta anche la Guzzanti, e viceversa. Da segnalare, peraltro, un dettaglio; vale a dire l'uso condiviso tra i due cineasti, di frequenti inserti animati. Personalmente, questa tecnica mi fa impazzire, proprio a livello estetico, adoro quelle figurine animate! E mi sento in dovere di ricordare che a questo espediente fecero ampio ricorso i miei adoratissimi Monty Python nel loro "Ed ora qualcosa di completamente diverso". Siamo di fronte ad un documentario, per cui possiamo raccontare la scena finale senza rischio di "spoilerare". Un uomo, non saprei dire se anziano o di mezza età, col volto incorniciato da una folta barba bianca, esprime la sua visione non solo sui fatti de l'Aquila ma anche, diciamo così, sul "senso della vita". E dice, in due parole, tutto quello che c'è da dire (vedere il film per credere, ascoltando con attenzione le poche sacrosante parole pronunciate da questo dignitoso signore canuto). E mi piace chiudere citando le righe conclusive del bellissimo articolo che Marco Travaglio ha dedicato al film sul "Fatto Quotidiano":" Draquila è un film da proiettare ai ragazzi nelle scuole, per studiare come nascono oggi i regimi e impararne l'antidoto". Per finire, vorrei esprimere una dedica sincera. A tutti quegli esercenti e proprietari di multisale, che si sono rifiutati (per pregiudizio ideologico) di ospitare il film, attuando una sorta di inedita forma di obiezione di coscienza. Bravi. Bondi & la cricca, commossi, li ringraziano.
Voto: 10
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