Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Un buon film, molto drammatico nelle premesse e nello svolgimento, consolatorio nella conclusione. In una Roma contemporanea, il padre di due bmabini perde la moglie durante il parto del terzo figlio, e si ritrova a dover mettere insieme le risorse per crescere i suoi piccoli; la sua storia s'intreccia a quella di un ragazzotto rumeno alla ricerca del padre scomparso mentre lavorava in cantiere. La storia del film non suona come realistica; d'altra parte, il regista si trova a dover condensare molti eventi in una tempo relativamente breve. Tuttavia è coerente e costituisce un ottimo contenitore per l'elemento sul quali l'autore si concentra maggiormente: lo studio della figura del protagonista. Un uomo avvezzo alle difficoltà della vita ed all'arte di arrangiarsi, e nonostante ciò legatissimo alla famiglia; trovandosi da solo con i tre bambini, reagisce con rabbia alla cattiva sorte che ha colpito lui ed i figli, finendo in un guaio dopo l'altro, ed uscendone grazie all'aiuto dei famigliari, i legami con i quali sono l'unico vero valore in un contesto sociale desolato, rappresentato da una periferia romana in eterna costruzione, popolata di gente che tira a campare in un clima di disonestà dilagante. La conclusione è un po' edulcorata, ma non stona con il progredire della vicenda; è la giusta "ricompensa" per l'estrema tenacia mostrata dal protagonista. Alcuni momenti sono molto amari, in particolare le sequenze del decesso della protagonista femminile e del funerale. Bravo Elio Germano, sostiene il suo ruolo con naturalezza, senza eccessiva teatralità, ma in grado di dar voce ad emozioni e stati d'animo. Valida, infine, la colonna sonora, basata su brani pop che possono piacere ai personaggi del film, come ad ognuno di noi.
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