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La nostra vita

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su La nostra vita

di steno79
7 stelle

Daniele Luchetti aveva realizzato con Mio fratello è figlio unico il miglior film della sua carriera; buona parte della riuscita di quel film era dovuta alla performance di Elio Germano, che aveva vinto un David di Donatello. Il regista allora decide di offrire una nuova occasione all'attore, che non delude neppure stavolta e riesce addirittura a vincere la Palma d'oro come miglior attore a Cannes. In effetti, l'interpretazione dell'attore è il principale motivo per vedere il film: regge molto bene i primi piani di una macchina da presa che gli sta spesso addosso, è convincente in uno stile di recitazione che sembra modellato su quello di un De Niro o un Pacino, un "Actor's studio" all'amatriciana, con slang romanesco straripante ma controllatissimo in ogni minima inflessione vocale. La storia è interessante, su un giovane padre che rimane improvvisamente vedovo e, per mantenere i tre figli, si lancia in una serie di rischiose operazioni di speculazione edilizia. Il contesto è caratterizzato abbastanza bene, le figure degli operai clandestini non mancano di attendibilità, ma qualcosa non funziona nella sceneggiatura di Rulli e Petraglia: una storia così aspra, che ci parla in maniera realistica di sfruttamento e clandestinità, finisce in maniera un pò troppo semplicistica, con un "happy ending" che sembra per molti versi in contraddizione con le aspettative che la vicenda aveva generato nello spettatore, dunque si ha l'impressione di un eccesso di buonismo. Peccato, perchè con uno scioglimento più adeguato il film avrebbe potuto diventare molto più incisivo; resta l'impressione positiva scaturita da alcune sequenze ben girate da Luchetti con un uso insistito della macchina a mano; fra i caratteristi mi hanno colpito soprattutto Giorgio Colangeli e Stefania Montorsi.
voto 7/10 

Su Elio Germano

convincente in uno stile di recitazione che sembra modellato su quello di un De Niro o un Pacino, un "Actor's studio" all'amatriciana, con slang romanesco straripante ma controllatissimo in ogni minima inflessione vocale

Su Raoul Bova

forse sono io che non lo riesco ad apprezzare, ma lo trovo sempre piuttosto insulso; l'unico film in cui lo apprezzai fu La finestra di fronte

Su Luca Zingaretti

se la cava, ma ha fatto di meglio

Su Isabella Ragonese

il suo personaggio muore quasi all'inizio: ha poco spazio, ma si impegna con risultati più che discreti

Su Stefania Montorsi

buona prova, la migliore nel reparto femminile

Su Giorgio Colangeli

ottimo, una recitazione piena di sfumature

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