Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Film interessante, ma sbilanciato, opera viva e pulsante, ma non sempre convincente in tutte le sue fasi, un passo indietro per Daniele Luchetti dopo “Mio fratello è figlio unico”, comunque con qualche valore meritevole di essere rimarcato.
Claudio (Elio Germano) e Elena (Isabella Ragonese) costituiscono con i loro due figli, ed in attesa del terzo, una bella e semplice famigliola di borgata.
Purtroppo la ragazza viene a mancare durante il parto e così Claudio si ritrova solo on i suoi tre figli, ma anche parenti premurosi (vedi il fratello interpretato da Raoul Bova) e tanto dolore da sopportare.
Riempirà i figli di regali, prenderà soldi, tanti, in prestito e si imbarcherà in un lavoro edile difficile da portare a conclusione, ma preso come una vera e propria missione di vita.
Il film parte benissimo, la prima mezz’ora è intensa ed emotivamente trasportante, ricca di momenti topici o semplicemente di squarci di vita ben rappresentati.
Purtroppo nel proseguio la trama si arena su aspetti diversi, decisamente interessanti come il lavoro in nero e l’edilizia in genere, ma sviluppati con un buon margine di superficialità, soprattutto verso la fine quando la traiettoria vira di parecchio, verso un finale consolotario, che era difficile aspettarsi dopo quanto proposto nei frangenti precedenti.
Rimangono comunque spezzoni di umanità di buona presa e soprattutto un Elio Germano che conquista tutta la scena mettendo in mostra estro e carattere, dolore, sentimento e rabbia.
I momenti migliori rimangono comunque incastonati nella prima fase sulle note di Vasco, e lo dice uno che non nutre nessuna passione particolare per il rocker di Zocca, due spezzoni diversi tra loro, uno intimo l’altro urlato con rabbia, ma entrambi efficaci nella rappresentazione di situazioni tra loro diverse.
Dunque “La nostra vita” è un film scostante, fatto di cose buone ed altre meno che meritava di essere scritto meglio in alcuni punti, ma che possiede comunque una carica vincente ed un asso nella manica, ovvero Elio Germano.
VOTO : 6,5/10.
Parte fortissimo, ma poi non riesce sempre a mantenere una rotta convincente.
Un bel personaggio e lui riesce a rappresentare con carattere le sue tante sfumature, passando dall'amore, alla rabbia, al dolore sempre in maniera motlo convincente. Da pelle d'oca quando canta Vasco durante il funerale.
Ruolo secondario, ma l'ho comunque trovato gradevole, leggero, ma non superfluo.
Abbastanza impresentabile e poco utile alla causa.
Inebriante fino a quando è presente.
Sufficiente.
Contorno efficace.
Sufficiente.
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