Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
L'ultimo film di Luchetti, a mio avviso, ha il difetto di mettere troppa carne al fuoco: gli argomenti trattati sono tanti e non tutti amalgamati bene, a causa di una sceneggiatura firmata oltre che dal regista stesso dal duo Petraglia-Rulli.
Famiglia, lutti improvvisi e loro elaborazioni, corsa al benessere ad ogni costo, lavoro ed illegalità e denaro soprattutto, usato quasi per colmare vuoti esistenziali e sentimentali.
La prima mezz'ora, con parentesi intimiste tra Elio Germano e Isabella Ragonese - molto misurata rispetto al partner e per questo a lui da preferire - è la migliore, mentre tutto il resto sa di già visto in altri film, che hanno saputo affrontare con più rigore argomenti attinenti al mondo del lavoro. Basta pensare al cinema dei fratelli Dardenne oppure, rimanendo in ambito italiano, al capolavoro di Matteo Garrone 'Gomorra'.
Un discorso a parte merita il lavoro sugli attori: se tutti, da Zingaretti (che a me sembra comunque fuori parte) alla già citata Ragonese fino ad arrivare a Raoul Bova e alla Montorsi, recitano più per sottrazione, al contrario, il protagonista Elio Germano tende a strafare, specie nella famosa scena dove canta 'Anima fragile' di Vasco Rossi, usata molto meglio dal regista in una delle prime scene del film.
Voto: 6.
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