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La nostra vita

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su La nostra vita

di bradipo68
6 stelle

Ben lieto che Elio Germano abbia regalato un premio così prestigioso al cinema italiano e ringraziandolo ancora in cuor mio per quello che ha fatto e anche per quello che ha detto in sede di premiazione,sono andato a vedere questo film con molte aspetattive.E,purtroppo,non sono state del tutto ripagate.In realtà qualche sospetto ce l'avevo perchè spigolando in giro si parlava solo della mostruosa prova attoriale di Elio Germano e poco del film che ne incorniciava la performance.Non so se La nostra vita sia il miglior film di Luchetti sicuramente è il film giusto che esce nel momento giusto.La storia del furbetto del cantierino che cerca di arricchirsi calpestando legge,amicizie e diritti dei lavoratori in una sorta di anestesia della coscienza diventa paradigma di una nazione allo sbando,marcia alle fondamenta,una nazione fondata certamente sul lavoro ma su quello degli altri.In questo il film di Luchetti è molto schematico,forse troppo.I soldi diventano il primo ed esclusivo motore della vita,l'arricchimento diviene il fine ultimo di ogni esistenza,tralasciando quella parte fondamentale del mestiere di genitore che è rappressentata dall'educazione dei figli.E il dubbio che mi è venuto durante la visione riguarda proprio questa esclation del cinismo del personaggio di Germano:ma siamo proprio sicuri che questo processo di svuotamento dei propri valori sia dovuto esclusivamente al lutto che il nostro si rifiuta di elaborare(vedi il divieto assoluto fatto ai figli di entrare nella camera da letto che una volta era di mamma e papà ma in cui dormivano teneraente tutti insieme)?La nostra vita è un film che propone la tesi  che al mondo di oggi col denaro si può comprare tutto,salvo poi redimersi nel finale(le parole di Andrei" Tu pensI che col denaro puoi comprare tutto")e vivere tutti insieme una sorta di catarsi collettiva in un inno alla volemose bbene,dove tutte le tessere del mosaico riescono a trovare miracolosamente il posto giusto.Chi ha apprezzato questo film quasi dimentica che nel 2006 in Italia uscì un film dalle tematiche sovrapponibili a quelle trattate da Luchetti e dagli sceneggiatori Rulli e Petraglia(ormai onnipresenti nel nostro cinema).Quel film era A casa nostra di Francesca Comecini,un film che passò quasi inosservato visto che incassò pochissimo,neanche 900mila euro.Pur rimarcando le differenze tra le due opere(il film della Comencini era un film corale dominato dalle presenze femminili oltre che dal denaro,ambientato nella Milano da bere e da sniffare mentre il film di Luchetti è ambientato nella Roma di periferia ,regno dei palazzinari ed è praticamente un one man show di Elio Germano) sono due film che trattano lo stesso argomento:la cupidigia,la volontà di arricchirsi ad ogni costo, con qualunque mezzo,pur da due prospettive speculari e con i rispettivi finali che sono l'uno l'opposto dell'altro.Ma mentre il film della Comencini conservava la sua ottica pesssimista fino in fondo,qui come postilla c'è l'elegia dell'unione familiare,quasi un rituale ecumenico di santificazione dell'unità della famiglia stessa.Una sorta di famigliola da spot del Mulino Bianco viene inquadrata  mò di postilla di un film altrimenti votato a un cupo descrivere la realtà dei fatti.E io ho trovato questa parte finale perlomeno curiosa. Il film di Luchetti è comunque un film da difendere  a tutti i costi:in primis per la smisurata  prova solista di Elio Germano,attore con fisico alla Dustin Hoffman e modo di muoversi alla Bob De Niro che col suo accento romano verace e il suo modo parossistico di recitare sempre col piede sull'acceleratore va sempre vicino al ciglio del baratro dell'overacting senza mai oltrepassarlo.In secondo luogo la periferia romana inquadrata con la cinepresa da Luchetti(che per un attimo ricorda la stralunata periferia di Garrone ne L'imbalsamatore) è un luogo terribilmene reale,un inferno in terra di realistica fattura.E poi anche nei ruoli secondari ci sono attori di provata esperienza che riescono a dare vigore e colore anche a personaggi appiattiti dalla scrittura del film.Devo dire ,infatti,che la strutturazone del film atta a favorire un assolo continuo di Germano(che comunque va anche oltre le aspettative) appiattisce le figure secondarie.E poi ci vuole un certo coraggio a far passare un Raoul Bova con le tempie ingrigite com un imbranato totale con le donne o il personaggio dello spacciatore dal cuore d'oro sulla carrozzina di un Luca Zingaretti versione lungocrinita.E ci vuole coraggio anche a fare un film in cui le figure femminili sono poco più di adorabili suppellettili.Ma indubbiamente è proprio l'assenza del personaggio femminile principale che muove tutte le pedine del film...

Su Daniele Luchetti

regia a mio parere non esente a qalche schematsmo di troppo

Su Elio Germano

oltre ogni più rosea aspettativa

Su Raoul Bova

amorfo con le tempie grige

Su Luca Zingaretti

curios versione lungocrinita

Su Isabella Ragonese

tenera,ma sparisce trppo presto dal film

Su Stefania Montorsi

non male

Su Giorgio Colangeli

bravo

Su Awa Ly

non male

Su Alina Madalina Berzunteanu

discreta

Su Marius Ignat

piuttosto bravo nella dolente parte di Andrei

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