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La nostra vita

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su La nostra vita

di Mathiasparrow
6 stelle

Lucchetti non è un furbo, solamente un tenero ingenuo: spera ancora che oggi, in Italia, possa esistere un cinema sociale fondato sulla semplicità delle storie dirette come avveniva mezzo secolo fa. Sogno bello e condivisibile, ma realisticamente parlando anche impossibile. Ormai ai piccoli racconti vengono affibbiate in partenza responsabilità abnormi: personaggi ed eventi devono rispecchiare il volto del belpaese fra allegorie e rimandi, e guai se qualche cenno esula dal ritrattino preconfezionato implicitamente imposto. E' la disgrazia che affligge il cinema popolare contemporaneo. La nostra vita ha la sfortuna di rientrare in tutto e per tutto nell'identikit di film nostrano da trattare a suon di pregiudizi, tanto pro quanto contro, e come spesso accade in questi casi nè i primi nè i secondi valgono da descrizione. L'opera di Luchetti è imperfetta da qualunque lato la si guardi: eccede, scivola, vagheggia, quasi si contraddice involontariamente. Ma è anche guidata da una fervida voglia di incitamento alla vita, che sottomette alla propria urgenza aspetti prettamente filmici meglio visibili e più immediati. Ecco perché qualche personaggio brilla poco, i conti della coerenza non tornano in qualche dialogo, varie perplessità scaturiscono prima e dopo la visione. Perché non si tratta di un itinerario predisposto, ma una rischiosa gita all'avventura in cui lo stesso cicerone - un Germano magnifico per cui si sono giustamente spese le lodi più doverose - procede a istinto, sbagliando, cadendo e rialzandosi di continuo. Pure lui, come tutti, ha qualcosa da imparare, e lo capisce osando a proprio rischio e pericolo. Un gioiello mancato, la cui lezione è però ben afferrabile dietro la coltre di imperfezioni. Basta volerla cogliere.

Sulla trama

un vecchio nuovo contemporaneo eterno classico: l'italiano medio tra famiglia e lavoro, contro le avversità della vita

Su Daniele Luchetti

tante ingenuità e un'onestà di fondo che i suoi difetti coprono maledettamente bene. Probabilmente, con tutti i suoi limiti, vale più di parecchi presunti maestri contemporanei

Su Elio Germano

eccellente, e c'è da scommettere che migliorerà ancora

Su Raoul Bova

buona prova

Su Luca Zingaretti

conciato così non può essere preso del tutto sul serio, ma se la cava ugualmente bene come suo solito

Su Isabella Ragonese

deliziosissima

Su Stefania Montorsi

non male

Su Giorgio Colangeli

piccola parte, ma la sua presenza incide sempre

Su Awa Ly

se la cava

Su Alina Madalina Berzunteanu

brava

Su Marius Ignat

bravissimo

Su Emiliano Campagnola

buona prova

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