Regia di Marcello Baldi vedi scheda film
Marte, dio della guerra, scende 'in missione' sulla Terra per salvare la vita alla bella Dafne; purtroppo per lui, però, se ne innamora e un legame con una donna mortale significherebbe la perdita dello status divino. Marte combatte così da un lato con gli umani per liberare la fanciulla e dall'altro con Giove per poterla portare sull'Olimpo con sè.
Dopo un breve periodo di apprendistato come aiutoregista, Baldi passò dietro la macchina da presa 'in solitaria' alla fine degli anni Cinquanta, licenziando di volta in volta ciò che il mercato richiedeva: commediole, avventure e anche qualche peplum, come in questo caso. Marte, dio della guerra è frutto di una sceneggiatura scritta dal regista insieme a Sandro Continenza; una stori(ell)a semplice semplice che banalizza all'eccesso il già non troppo cerebrale mondo delle divinità greche antiche. A portare a un livello ancora più terra terra il prodotto viene il budget miserrimo a disposizione, che prevede l'utilizzo di scenografie palesemente fasulle, di costumi arrangiati in maniera vistosa e di un cast dai pesanti limiti artistici. Il protagonista è Roger Browne, non il solito energumeno, ma comunque sufficientemente dotato di physique du role (era appena stato Marte anche nel coevo Vulcano, figlio di Giove, di Emimmo Salvi); al suo fianco i nomi che spiccano (?) sono quelli di Jackie (Jocelyn) Lane, Giuseppe Addobbati, Michelle Bailly, Massimo Serato e via via, scivolando verso l'anonimato più totale. Combattimenti non particolarmente curati e buoni sentimenti di fondo, con un nodo centrale della trama perfino più ristretto ed essenziale del solito; se nel filone dei 'sandaloni', in genere, c'era un regno da liberare o un'impresa titanica da affrontare, qui fondamentalmente il personaggio principale - che oltrettutto è pure un dio - è chiamato a sforzi abbastanza ordinari per poter fare sua la bellezza di turno. Eppure nel 1962 ancora il genere aveva qualcosina da dire, ma di certo altrove, in altre pellicole. 2/10.
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