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Another Year

Regia di Mike Leigh vedi scheda film

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La recensione su Another Year

di FilmTv Rivista
8 stelle

Tom e Gerri. Si chiamano proprio così, i due coniugi protagonisti dell’ultimo Leigh, in concorso a Cannes nel 2010. Lui geologo (Jim Broadbent), lei psicologa (Ruth Sheen), hanno un affiatamento quasi telepatico, un figlio (ancora) single, la passione per il giardinaggio e la porta sempre aperta per gli amici. In particolare per una collega di Gerri, Mary (Lesley Manville, strepitosa), che ha la patetica, alcolica irrequietezza di chi cerca compagnia, ma si sforza di non darlo a vedere. Il cinema di Mike Leigh è avamposto d’eccellenza autoriale europea, mentre Hollywood agonizza su trasposizioni da comics e saghe di supereroi. Another Year si snoda tra quattro weekend di altrettante stagioni, passando da barbeque in giardino a lavori nell’orto e chiacchiere in cucina. Il regista di Segreti e bugie vuole distillare il senso della vita che fugge, cerca l’ordinario e lo straordinario di ogni accidentato percorso individuale. Ha dalla sua un cast di facce imperfette, che testimoniano la non omologazione del progetto. E interpreti meravigliosi, capaci di padroneggiare lunghissimi dialoghi, prosaici ma mai per caso: capita che la cilindrata di un’auto sveli un personaggio più di dieci pagine di voice over. Da sempre Mike Leigh procura salutari antidoti all’alienazione da cinema di mero styling. Quello che vorrebbe anestetizzare la vergogna di provare sentimenti universali come solitudine, desiderio di calore e condivisione, gelosia, paura di invecchiare (il più giovane del cast ha 30 anni). È cinema della cura, in senso produttivo (il film come architettura di una “famiglia” di collaboratori fissi) e “filantropico”: anche la locandina originale, dove è raffigurato un solido albero, torna sull’idea che la vita sia un insieme di relazioni e un’occupazione che richiede tempo. Un’umana commedia, che gioca di riflessi spietati: la felicità di alcuni fa risaltare l’infelicità degli altri, e viceversa. Mentre cercherete di spiegare il paradosso, la battuta su Tom e Gerri non vi farà più sorridere.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 5 del 2011

Autore: Pietro Lanci

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