Regia di Im Sang-soo vedi scheda film
Un pamphlet convincente contro l'atavico cinismo dei ricchi. E' scritto benissimo, con equilibrio e gusto, fino all'epilogo secondo me un po' estremizzato; e senza sconfinare nella raffica di sensazionalismi e concitazioni nevrotici (confusi col senso di dinamismo delle immagini), tipici del cinema hollywoodiano. Il racconto procede alterando sottilmente le aspettative. Interessante il concetto di conflitto di classe che viene fuori. Le sensazioni e i sentimenti si ribaltano continuamente. La governante non è mai quello che sembra: la sua durezza si rivela come vigliaccheria, salvo, poi, trovare le forze di riscattarsi e, però, non si oppone buonisticamente alla scelta estrema della protagonista. La sequenza iniziale è cinema allo stato puro. Ai perbenisti che lo hanno catalogato nel genere erotico fate sapere che si tratta di un magnifico esempio di melodramma alla Sirk, un Fassbinder dall'eleganza significativamente algida. Altro che erotismo, questo è un invito alla rivoluzione. Magari gli italiani imparassero a fare film così invece di dare la mdp in mano a carrieristi arrangiati, tutta ambizione di denaro e poco talento, come Pieraccioni, Siani e Zalone.
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