In una tremenda battaglia per il potere, molti clan yakuza rivaleggiano per mettersi in buona luce. I boss cercano di conquistare posizioni tessendo trame e costruendo alleanze e le loro dispute su questioni di affari e su tradimenti raramente si risolvono senza violenze e morti. Il vecchio scagnozzo Otomo (Kitano) ha visto quelli come lui trasformarsi e diventare pian piano attori importanti sulla scena della finanza. Ma la lotta per la sopravvivenza non ha fine in un mondo dove non ci sono eroi.
si procede stancamente, tra una truculenza e l'altra...se era il senso di vuoto che Kitano voleva restituirci con questo film, bastava un cortometraggio. pedante e assolutamente inutile.
Che bello sto film, nessuna novità ma ormai Kitano ha raggiunto un livello di eleganza…e perfezione…che è sempre un piacere.A tratti grande. Colonna sonora che mi ha entusiasmato…
“Beat” Takeshi ritorna al genere yakuza con un film monotematico, privo di mezzi termini, intriso fino al midollo di quella potenza spietatamente determinata che alimenta la guerra per il possesso del territorio. La violenza omicida è l’estrema manifestazione di un’energia che rimane catturata nel campo gravitazionale di un buco nero, seguendo, lungo un percorso a… leggi tutto
Il Takeshi imprescindibile di "Sonatine" e "Dolls" è solo un ricordo, indelebile, di uno o due decenni fa. Da tempo, il mitico Beat si dedica all'auto-referenzialismo, ossia all'ironia, al gioco, allo scherzo, come chiunque non abbia più niente da dare (e da chiedere) all'arte (e al mondo). Secondo la critica, "Outrage" segnerebbe un ritorno ad un cinema "vivo", propositivo di forme e… leggi tutto
L’ultimissimo Takeshi Kitano, anno 2010, indaga il mondo degli yakuza in un “Giappone corruttore e piallatore” dice Ghezzi. Persa per strada l’autorialità Beat Takeshi cade nella dozzinalità di un prodotto che sa di déjà vu in cui l’efferatezza dei killer, l’amoralità e il cinismo dei suoi protagonisti non incanta. La costruzione plastica degli omicidi e l’azione violenta e… leggi tutto
La trama è abbastanza inconsistente, in sostanza faide interne alla yakuza, con i rispettivi membri che si uccidono o menano in modo più o meno truculento. Insomma, c’è tutta la classica iconografia Yakuza / Beat Takeshi. Anche qualche piccolo momento divertente, per il resto direi nulla di originale o particolarmente memorabile. Ribadisco la presenza di alcuni momenti…
Dopo la trilogia postmoderno-massimalista (ma anche molto “Beat”) composta da «Takeshis’», “Glory to the Filmmaker” e “Achille e la Tartaruga”, Takeshi Kitano - sceneggiatore, regista e montatore - torna alle origini (‘89-’90) di “Violent Cop (Sono otoko, Kyobo ni Tsuki)” e “Boiling Point (3-4…
Nel 2010 il maestro Takeshi Kitano con Outrage, dopo circa 10 anni (Brother) ritorna al genere che lo ha consacrato agli occhi della critica cinematografica ossia lo Yakuza-eiga, certamente classificare Kitano come un regista "yakuza" oltre ad essere ingiusto, risulterebbe un errore gravissimo dal momento che Kitano è un autore che pur mantenendosi fedele ad un preciso stile…
Gronda sangue il ritorno di Takeshi “Beat” Kitano allo yakuza movies, come se l’autore giapponese dovesse recuperare il tempo “perso” negli anni precedenti durante i quali ha scelto di percorrere strade autoriali diverse.
Non siamo in ogni caso dalle parti dei suoi migliori film, ma “Outrage” rimane un prodotto che viaggia spedito senza far prigionieri, con una progressione…
L’ultimissimo Takeshi Kitano, anno 2010, indaga il mondo degli yakuza in un “Giappone corruttore e piallatore” dice Ghezzi. Persa per strada l’autorialità Beat Takeshi cade nella dozzinalità di un prodotto che sa di déjà vu in cui l’efferatezza dei killer, l’amoralità e il cinismo dei suoi protagonisti non incanta. La costruzione plastica degli omicidi e l’azione violenta e…
Buon ritorno di Takeshi Kitano alle atmosfere violente dello yakuza movie, il genere in cui lo preferisco. Purtroppo, alcuni degli elementi classici dei film del regista vengono a mancare. Non si vedono infatti le atmosfere giocate sui lunghi silenzi con le inquadrature fisse e quei siparietti comici, spesso molto divertenti, presenti in ZATOICHI, HANA-BI, BROTHER e altri. In compenso la…
Il Takeshi imprescindibile di "Sonatine" e "Dolls" è solo un ricordo, indelebile, di uno o due decenni fa. Da tempo, il mitico Beat si dedica all'auto-referenzialismo, ossia all'ironia, al gioco, allo scherzo, come chiunque non abbia più niente da dare (e da chiedere) all'arte (e al mondo). Secondo la critica, "Outrage" segnerebbe un ritorno ad un cinema "vivo", propositivo di forme e…
Kitano ritorna al genere che lo ha reso celebre (almeno qui da noi), ma qualcosa non funziona. Manca la poesia delle storie di un tempo. Una girandola di personaggi che si inseguono in un vortice di eventi, ma subordinati ad un'unica tesi, ad una sola teoria: quella della lotta del potere attraverso l'inganno. Ma il tema si ripete in maniera ciclica, cambiano solo i personaggi e il livello dello…
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Commenti (3) vedi tutti
Zizzania et Impera.
leggi la recensione completa di mcksi procede stancamente, tra una truculenza e l'altra...se era il senso di vuoto che Kitano voleva restituirci con questo film, bastava un cortometraggio. pedante e assolutamente inutile.
commento di giovenostaChe bello sto film, nessuna novità ma ormai Kitano ha raggiunto un livello di eleganza…e perfezione…che è sempre un piacere.A tratti grande. Colonna sonora che mi ha entusiasmato…
commento di GoonieAle