Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film
Troppo criptico, troppo enigmatico, troppo sperimentale.
Boh, mi chiedo, ma come ha fatto questo film a vincere a Cannes? Si facevano le cannes? Non c’era di meglio? Pare in effetti che sia stata una delle edizioni più disgraziate, ma qualcosa di meglio per certo c’era.
Questo è un film thailandese che, malgrado il titolo felice e molto intrigante, si rivela bruttino assai (è il mio parere). Il protagonista è malato e seppure deambulante, non ne avrà per tanto. E’ un possidente terriero, vive con la cognata e un ragazzo che lo accudisce; una sera a cena, sotto il pergolato, si materializza il fantasma della moglie morta e arriva pure il figlio, da tempo disperso e ora diventato una creatura nera, pelosissima, con gli occhi rossi che luccicano al buio. Si raccontano un po’ di cagate, poi il protagonista, molto dopo, con gli altri andrà in una grotta, dove schiatterà. “Ah guarda”, dice, “in un’altra vita nacqui proprio qua!”. E sai chissene. Durante il film, un bufalo scappa ma viene ripreso; una principessa anziana fa il bagno in una polla d’acqua per tornare giovane. Un monaco (il nipote) si fa una bella doccia calda. Immagini varie di rigogliosa giungla, ogni tanto. Fine. E le vite precedenti? Boh, magari neanche ci sono. Palma d’oro a Cannes. La critica (molta critica) l’ha promosso, definendolo “enigmatico” …hai voglia. Pubblico molto più freddo. Circolato negli ambienti d’essai, incassi nulli. Ritrovabile su Raiplay. Per me, 3-4.
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