Molto sofferente per una grave insufficienza renale, lo zio Boonmee ha deciso che passerà i suoi ultimi giorni in campagna, circondato dalle persone che ama. Sorprendentemente, appare a prendersi cura di lui il fantasma della sua defunta moglie e il figlio da lungo tempo perduto si palese in una forma non umana. Contemplando le cause della sua malattia, Boonmee compie un pellegrinaggio nella giungla insieme alla sua famiglia che lo conduce a una misteriosa caverna su una collina: il luogo dove avvenne la sua prima incarnazione.
Note
l film compone nelle sue inquadrature immobili fiaba e cronaca, fumetto pulp e l’antica arte dell’incisione e nel suo fermo immagine fa affiorare l’elemento in eccesso, il meraviglioso impercettibile, un cinema nuovo. L’unica Palma d’oro di Cannes 2010.
Un film sorprendente ed enigmatico, allegorico e misterioso che ben evidenzia il particolare rapporto che l’autore ha con la natura e si traduce nell'esplorazione di un magmatico territorio seducente e onirico abitato da simbologiche presenze quasi magiche, non tutte completamente decifrabili qui da noi in occidente, ma di forte impatto emozionale.
Una principessa respinta si concede a un pesce fatato. Durante l'amplesso la sua bruttezza si scioglie come fango nell'acqua della fonte. L'importante è sapersi spogliare.
Il film è il risultato di un progetto più ampio, concepito inizialmente come installazione. Se non avesse vinto la Palma d’Oro a Cannes sarebbe rimasto, come gli altri fantastici lavori di Joe (così il regista ama farsi chiamare), invisibile al pubblico italiano. (Massimo Causo, I duellanti n. 63).
Onore dunque alla coraggiosa scelta di quella giuria che… leggi tutto
Il regista, autore e videoartista Thailandese Apichatpong Weerasethakul già vincitore del gran premio della giuria a Cannes 2004 con Tropical Malady, ritorna nella giungla per narrare la storia di zio Boonmee, agiato possidente terriero dai reni malati che sentendo la morte arrivare decide di trasferirsi nella giungla, attratto inconsapevolmente da una grotta entro la quale… leggi tutto
Viene presentato a Roma privo del manualetto di istruzioni Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives ma noi non ci facciamo impaurire… Arriviamo al Nuovo Sacher, c’è la fila per fare i biglietti e quella per entrare… Il pubblico è quello un po’ alternativo radical chic delle occasioni speciali… tanti caftani, sandali in cuoio rigorosamente senza… leggi tutto
Il pianeta Oceano e il pianeta Deserto da una parte, e dall’altra il pianeta Foresta solcato da un mosaico d’intervallanti steppe, savane, taighe, praterie, brughiere: gli ominidi ominini scendono dagli…
Boh, mi chiedo, ma come ha fatto questo film a vincere a Cannes? Si facevano le cannes? Non c’era di meglio? Pare in effetti che sia stata una delle edizioni più disgraziate, ma qualcosa di meglio per certo c’era.
Questo è un film thailandese che, malgrado il titolo felice e molto intrigante, si rivela bruttino assai (è il mio parere). Il protagonista è…
“L’Omero degli insetti.” - Victor Hugo “Un osservatore inimitabile.” - Charles Darwin “Jean-Henri Fabre è un grande uomo di cultura che pensa come un filosofo, vive da…
"Siamo gettati in questa vita come in un alambicco, dove, dopo una precedente esistenza che abbiamo dimenticato, siamo destinati a essere rifatti, rinnovati, temprati dalle sofferenze, dalle lotte, dalla passione,…
Boonmee (Thanapat Saisaymar) è un piccolo imprenditore thailandese che soffre di gravi disfunzioni renali. Sa di stare molto male e decide di curarsi andandosene a vivere in aperta campagna. Con lui ci sono Jai (Samud Kugasang), un suo dipendente originario del Laos che gli fa da infermiere personale, la cognata Jen (Jenjira Pongpas) e il figlio di quest’ultima, Thong (Sakda…
(Antologia a cura di) Gardner Dozois (nato il 23 Luglio 1947 e deceduto il 24 Maggio 2018, quando un'infezione sistemica fulminante s'è portata via il 15 volte vincitore del Premio Hugo come curatore e due…
la visione di LOGAN mi porta a riprendere una vecchia idea di play-post, di qualche anno fa, che mi ero segnato ma mai portata a termine. Praticamente l'idea di base era, ma quante volte Bruce Willis si era incontrato,…
Amato dal Presidente di giuria di Cannes 2010 Tim Burton, che lo premiò con l’ambita Palma d’oro, fu un’autentica scelta a sorpresa, ma oggi si può dire che lo fu solo fino ad un certo punto se si considera l’effettiva entità dell’opera rapportata al gusto del famoso regista americano.
Infatti, se lo stile è completamente disgiunto,…
Il titolo di un film è come la nostra carta d'identità: passe-partout per l'eternità (vantaggio che un film, rispetto a noi umani, possiede, un po' beffardamente), stigma inconfondibile,…
e-Reader ? Eraser !
Cellulosa e Celluloide.
L'Avvento ( no, non mi è scivolato il medio sul Caps Lock ) continuo, costante, inarrestabile, autorigenerante, percussivo del non-ambiente…
Primo film che vedo del thailandese Apichatpong Weerasethakul, uno dei registi più acclamati del nuovo secolo, non a caso vincitore della Palma d'oro a Cannes assegnata da una giuria presieduta da Tim Burton, entusiasta del cinema del collega asiatico. È un "oggetto" strano, enigmatico e misterioso, fatto probabilmente più ad uso e consumo della critica (molte le…
No, non è possibile. Non è possibile anche solo riuscire a concepire un antifilm di questo genere. Supera addirittura anche il concetto di "film inguardabile", lo sublima.
Stiamo davvero oltrepassando ogni limite alla decenza.
2 ore in cui si vedono uno in dialisi, poi un fantasma, un uomo scimmia con la congiuntivite, una che si fa trombare da un pesce gatto e un monaco che va a…
Cinema fantasmatico, talora sconcertante, dalla dinamica impervia quello di Apichatpong Weerasethakul. Eppure, a suo modo, trasparente, onesto, puro. Vale sempre l'idea che, quando ci si imbatte in cinematografie così distanti da noi geograficamente, occorrerebbe conoscere a fondo la cultura del luogo per capire tutti i risvolti semantici dell'opera. Certamente, il buddhismo costituisce il…
Pre-fine anno col botto per ciò che Enrico Ghezzi ci offre in visione nel suo programma notturno esattamente domenica 30 dicembre… tutte cose… davvero (ancora) mai viste in Tv e credo nemmeno girovagando in…
TURISTI della PROPRIA STORIA
(in the mood for life)
Alla piantagione di tamarindo con arnie annesse, lavoratori stagionali tanto clandestini quanto del posto, per la raccolta, e gli uomini con la competenza cui sono affidate le scelte di coltivazione e la gestione del raccolto:…
Il film è il risultato di un progetto più ampio, concepito inizialmente come installazione. Se non avesse vinto la Palma d’Oro a Cannes sarebbe rimasto, come gli altri fantastici lavori di Joe (così il regista ama farsi chiamare), invisibile al pubblico italiano. (Massimo Causo, I duellanti n. 63).
Onore dunque alla coraggiosa scelta di quella giuria che…
Lo scrivo con tutta la sincerita' possibile.Amo anche il cinema filosofico e intellettuale tipo Bergman.Ma ogni cosa ha il suo limite.Questo e' davvero un film saporifero,antinarrativo,in poche parole :da festival.Quasi invedibile,si salva qualche immagine fotografica.Una Palma d'oro incomprensibile (o forse comprensibile....per loro).
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Commenti (7) vedi tutti
Disorganica, contemplativa, non sempre decifrabile opera (fin troppo) personale sui fantasmi che ci perseguitano.
commento di Stefano LTroppo criptico, troppo enigmatico, troppo sperimentale.
leggi la recensione completa di tobanisChe purga..... L'unico aspetto piacevole è quello bucolico che contrasta con quello grigio della nostre città e vite grige. 3
commento di Bradyfilm che non finisce più,si capisce quasi nulla e non interessa.voto.0.(D'accordissimo con la Recensione di "Marlucche" !!!).
commento di chribio1Addomesticare gli addii, concedersi i ritorni, combattere le atrocità della storia, famigliarizzare coi ricordi.
leggi la recensione completa di mckUn film sorprendente ed enigmatico, allegorico e misterioso che ben evidenzia il particolare rapporto che l’autore ha con la natura e si traduce nell'esplorazione di un magmatico territorio seducente e onirico abitato da simbologiche presenze quasi magiche, non tutte completamente decifrabili qui da noi in occidente, ma di forte impatto emozionale.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Una principessa respinta si concede a un pesce fatato. Durante l'amplesso la sua bruttezza si scioglie come fango nell'acqua della fonte. L'importante è sapersi spogliare.
commento di michel