Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Provando a valutarlo a prescindere dall'Oscar regalato a Salvatores dall'Academy, "Mediterraneo" è una commedia generazionale abbastanza gradevole. Certo non bisogna aspettarsi chissà quale profondità nella trama e nei personaggi e anche dal punto di vista della regia non offre particolari sorprese, ma racconta una vicenda corale di soldati italiani sullo sfondo della Seconda Guerra mondiale con garbo, una certa felicità nella pittura dell'ambiente (girato nell'isola greca di Kastellorizo) ed è servito da una buona squadra di interpreti affiatati, molti scelti tra i fedelissimi del regista come Diego Abatantuono, Claudio Bigagli e Giuseppe Cederna. È un film che si inserisce perfettamente nella continuità dell'opera di Salvatores, venendo dopo film come "Marrakech express" e "Turne'" centrati anch'essi su amicizie maschili e dedicato "a tutti quelli che scappano": non è un'opera troppo ambiziosa né tanto meno pretenziosa, si mantiene nei limiti di un'onesta commedia su una generazione di quarantenni un po' immaturi che però non scadono nella macchietta, e ha il coraggio di dire qualcosa di non troppo omologato sul passato fascista dell'Italia. La mia scena preferita è quella in cui Cederna rifiuta di andare dalla prostituta perché è ancora vergine e vorrebbe che la sua prima esperienza fosse con una donna che ama.
Voto 7/10
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