Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Spesso gli si rimprovera l'ingenuità ed una certa piattezza stilistica, in qualche modo paga un Oscar da troppi (me compreso) ritenuto eccessivo. A rivederlo ora, però, ispira tenerezza, pur scontando quella patina di datato che altre pellicole, anche dopo diversi anni, mascherano disinvoltamente. Banco di prova definitivo per gli svariati Bigagli, Abatantuono, Cederna, Alberti imposti alla ribalta dalla ben altra caratura e freschezza di Marrakech Express, qui hanno evidentemente raccolto i frutti della congiuntura favorevole. La minuscola isola del resto è classico Dodecanneso, deve circondarsi del suo alito e della sua povertà, arricchendosene però, ed autoalimentandosi di sogno, del sogno di tutti. Non ne facciamo un'icona, ma lasciamo che rimanga come traccia di gran bel cinema fatto in casa. Che si vede raramente.
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