Regia di Václav Vorlícek vedi scheda film
Bellissima questa fiaba, la cui trama è molto liberamente ispirata a quella nota di Cenerentola. L’aria che vi regna è decisamente gaia e leggera, e non mancano tocchi di sottile ironia e persino di umorismo. I personaggi si comportano come facciamo noi moderni, o forse che certe consuetudini e magagne sono sempre esistite ieri come oggi? Che dire della matrigna-padrona che fa carte false per “piazzare” le figlie e accasarle col principe? E della figlia che non fa che dare stoccate a Cenerentola perché invidiosa della sua bellezza? A proposito, il regista è certamente bravo, ma i due pilastri del film sono la bella e graziosa protagonista (col suo campionario di espressioni e mossette, decisamente molto femminile) e lo splendido tema musicale, ripetuto spesso senza mai annoiare. La pellicola è inoltre estranea alle contaminazioni politiche di molte fiabe cinematografiche prodotte nell’ex Europa comunista (specie URSS), che infatti ne toglievano il sentimento e la leggerezza, rendendole a volte persino pesanti e pedanti. Qui l’unica vera cattiva è la padrona, che in fondo non è altro che una madre ambiziosa e tiranna come se ne trovano anche oggi. Il re e la regina, con la loro autoironia, finiscono per essere addirittura simpatici. Il principe è una specie di piccolo eroe, scaltro e un po’ discolo ma decisamente simpatico anche lui. Gustosissimo il finale, con la coppia che si allontana a cavallo sul campo innevato, e il precettore che insegue il principe gridando “Maestà, la sua lezione di storia!” Altro che lezione adesso che ha trovato l’amata Cenerentola! E’ un film che lascia dentro un senso di pace e di serenità, adatto sia per i piccoli che per i grandi. In Germania e Cecoslovacchia ha avuto un meritato strepitoso successo, ed è molto noto ancora oggi. E’ una specie di icona della loro cinematografia. Proprio non si capisce perché non sia stato importato in Italia.
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