Regia di Konrad Wolf, Wolfgang Kohlhaase vedi scheda film
Davvero notevole questa storia di una crisi professionale-umana, con successivi segni ripresa e di speranza per il futuro, opera di quel narratore intimista e fine indagatore delle psicologie umane che era Konrad Wolf, coadiuvato dallo sceneggiatore e aiuto regista Wofgang Kohlhaase, il poeta della quotidianità. Infatti il film abbonda di dettagli di vita decisamente quotidiana, che chissà come sono affrancati da qualsiasi banalità, ovvietà o noia. Anzi, assumono una leggera e discreta colorazione poetica. Gli scenari della Germania Orientale dell’epoca che si vedono ben difficilmente sarebbero stati usati per la pubblicità turistica della DDR: nessuno di noi vorrebbe vivere in quegli squallidi condomini con quei sudici cortili, o farsi una passeggiata per le tristi e grigie vie di Berlino Est (ma un giretto in Trabant io me lo farei...). Eppure il regista sa conferire anche a queste immagini una loro atmosfera tutta particolare, che ben si adatta, tra l’altro, alla vicenda narrata. Il tono generale della pellicola lo definirei pacato e minimalista, e la trama viene costruita con una successione ben amalgamata di dialoghi e scene che sembrano presi dalla vita reale. E la vicenda procede a passi lenti ma sicuri, senza smagliature e cedimenti alla noia. Konrad Wolf aveva un’idea di cinema proprio diversa da quella alla quale siamo abituati oggi, perché fuggiva dai toni roboanti, dalla fretta, dalla superficialità, dalla retorica, e dal ritmo artificiosamente veloce per paura che qualcuno esca dalla sala o cambi canale.
Molto brava Renate Krößner che interpreta la cantante protagonista, e dignitosi tutti gli altri attori. In una particina di scorge anche il giovane Ulrich Mühe di “Le vite degli altri”. Alla riuscita dell’opera contribuisce anche la bella canzone, che si sente più volte. Fu uno dei maggiori successi cinematografici della DDR, e fu premiato al Festival di Berlino del 1980 (Comunque se aborrite la propaganda e lo spot di regime qui non avete nulla da temere).
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