Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Scienza e superstizione a confronto nell'Italia del dopoguerra. Bella ma non indimenticabile pellicola di Monicelli con un De Sica che domina la scena.
Un bel viaggio nell'Italia che era e che, almeno in parte - e le vicende attuali ce lo confermano -, ancora è. In un borgo rurale del Sud, intriso di superstizioni e popolato da individui ostici e sodalidali tra loro, arriva un medico rurale a portare un po' di modernità. Monicelli gioca molto coi personaggi, ha al suo arco un invidiabile cast di attori su cui spicca decisamente De Sica che interpreta lo stregone locale. Malgrado poi nei titoli di testa compaia, ben sottolineato, Alberto Sordi, il suo è un personaggio che si vede concretamente in poche battute e dall'impatto modesto. Molto più incisiva la prova di Marisa Merlini, o - a parità di minutaggio - l'entrata in scena di Ilaria Occhini, la cui intensità e bellezza illuminano la scena. Non è una commedia brillantissima, malgrado i dialoghi e la sceneggiatura di Age e Scarpelli, ma si lascia guardare con piacevolezza, regala qualche momento di autentico divertimento e soprattutto offre un bello spaccato dell'Italia di allora e dell'italiano medio di ora. Nella migliore tradizione della commedia all'italiana, un finale dolce-amaro e languido.
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