Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Nel dopoguerra, in un paesino in Irpinia abbastanza poco al passo con i tempi ( sul pulmino che conduce lì il dottore protagonista ad un contadino "Scusi, ma perchè non mi dà del lei?", "Del lei? E che sei, una donna?!?") giunge un medico condotto giovane e un pò impettito, che si scontra da subito con un guaritore riverito come un santone dalla popolazione locale. Tra sotterfugi ed inghippi si dà luogo ad una sfida tra i due uomini, con la gente del posto tendente a rivolgersi al furbo guaritore: però il diavolo fa le pentole e non i coperchi, come risaputo, e così le cose si aggiusteranno da sole. Non è molto conosciuto questo lavoro di Mario Monicelli, pur schierando un cast invidiabile, con perfino Alberto Sordi in una parte piccola ma assai incisiva, che in pochi minuti definisce perfettamente un personaggio di una meschinità infinita. Il regista confeziona una pellicola garbata, in cui sconfessa la superstizione, ma guarda con un certo margine di scetticismo anche alla scienza riconosciuta, rifacendosi in parte al neorealismo rosa, sia per l'ambientazione che per lo stile con cui è girato il film. Si nota che il gaglioffo interpretato da Vittorio De Sica ha tuttavia una simpatia difficile da negare, e che il medico cui dà volto Marcello Mastroianni, con tutte le sue rigidità, viene guardato, talvolta, come isterico e non troppo accattivante, mentre la parte nobile della storia è quella di Mafalda, signora per bene devota ad un uomo sparito dopo essere partito per il fronte russo, che forse non merita tanta dedizione. Con un finale leggero quanto sorprendentemente toccante, una chicca da riscoprire.
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