Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Paese di poeti santi navigatori e ipocondriaci.
L’uomo senza qualità che deve puntare sulla quantità. Il sistema da sfruttare per raggiungere prima possibile la posizione sociale desiderata senza perdere tempo. Il bisogno di fare punti di catturare mutuati è il modo migliore per arricchire senza stare a pensare troppo all’etica professionale. Non è più il momento storico per avere rapporti fiduciosi e amichevoli con il proprio medico quello che conta che rassicura è la medicina prescritta per il paziente sempre più numero e meno persona. Tutto si regge sulla necessità di aiutare le persone con medicine che non pagheranno oggi ma che gli riempiono la casa di pillole in quantità industriali solo per farle stare poco meglio per il miraggio di essere curati gratis. Il nostro medico della mutua è un personaggio pronto a tutto stimolato da una madre onnipresente che vuole far fruttare la laurea conseguita dal figlio in modo che gli assicuri una certa agiatezza economica. Quando un genitore riflette la propria ambizione sociale sul figlio allora siamo in Italia patria dei mammoni. Quando un giovane medico non esita a corteggiare la moglie meno giovane di un collega morente per ottenerne più facilmente i mutuati e perdere di conseguenza l’amore di una brava e generosa ragazza allora siamo messi male. Quando lo stesso medico, una volta ottenuto il tesoro del collega, non può che lasciare la vedova per sposare una donna ambiziosa come lui e ricca come lui allora sarà pronto a dedicarsi ancora di più al lavoro trascurando i doveri coniugali allora sarà normale andare in stress professionale. Film a tratti impietoso nel definire il tipico personaggio cinico e ingordo. Commedia che scopre i fili della nostra malattia incurabile , essere ruffiani finché si è deboli e cominciare ad essere sinceri quando si è forti. Ipocriti per galleggiare e non Ippocrate per operare.
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