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L'amore che resta

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amore che resta

di zombi
8 stelle

inquieto, agitato ma anche incessante. enoch si muove tra un rito funebre e un altro destando l'attenzione di un addetto alle pompe funebri che minaccia di denunciarlo, ma in suo aiuto interviene annabelle. lo salva da una denuncia ma lo salva anche da se stesso. lo salva da eventi terribili che alla sua età lo stavano portando su una strada disagiata. in beautiful creatures, leggendo bukowski o non so cosa, ethan leggeva un elogio alla pazzia che salva dall'apatia di una vita tranquilla vissuta senza scossoni. enoch e annabelle si trovano ma giusto il tempo per scoprire che di lì a poco si dovranno dividere per sempre. annabelle ha un cancro al cervello e gli rimangano pochi mesi di vita. caroline carson intervistata riguardo alla sua passione per rothko, dice e ammette che nonostante tutto il suo lavoro, i quadri di rothko rimarranno, mentre il suo lavoro svanirà. il titolo italiano che senza vedere il film, potrebbe sviare verso un romanticismo d'accatto da prime time estivo televisivo, è invece un banale e lapalissiano riferimento all'amore dei due ragazzi che nonostante la malattia, la morte e il tempo che probabilmente porterà enoch a farsi una vita o magari anche diverse, rimarrà. bellissimo il finale, in cui finalmente, salirà sul palchetto per dire qualcosa in ricordo della scomparsa e sorriderà al ricordo dei suoi momenti passati con annabelle parlando con le espressioni del suo viso. il film è uno di quei film che hanno tutto e niente da dire. il rischio di un melenso drammone strappalacrime era già nel titolo, ma anche nei visini carini dei protagonisti, pronti per un servizio di vogue, grazie ai bellissimi abiti vintage che ricorrono durante tutto il film. la poesia prescritta d'obbligo per una storia così immortale e ritornante come quella raccontata da van sant e dallo sceneggiatore, sta tutta nel mondo in cui il niente e il tutto viene raccontato. nei cieli grigi che si è scelto di riprendere come sfondo, di un autunno che non permetterà alla ragazza di vedere di nuovo la primavera, e di una predisposizione alla morte per nulla ricattatoria e piagnona. una storia talmente sincera ed onesta che non ha paura del ridicolo, immettendo pure il fantasma di un kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale, che scorta enoch fuori dai suoi momenti bui di depressione. canzoni low fi anni novanta e musiche di danny feldman completano questa bella visione, sommessa ma ribollente di vita in un corpo che purtroppo di vita non ne può più vantare. nonostante il lutto, la visione non è dolente, è lieve come a promettere un dopo nonostante la fine sia prossima. van sant è ispirato e crede semplicecemente in ciò che racconta. il suo sguardo è giovane come i suoi protagonisti e aldilà del tempo che guarisce, distrugge o allevia ogni cosa, quell'amore resterà.

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