Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Lui è un orfano, scampato all'incidente nel quale morirono i suoi genitori, quando anche lui si trovò in coma per diversi giorni ed era morto per tre minuti, ritornando poi miracolosamente alla vita. Lei è una sedicenne, appassionata di scienze naturali (in particolare ornitologia ed entomologia) e condannata a morte precoce da un cancro al cervello. Si incontrano a un funerale, perché il giovane defunto è un compagno di degenza della ragazzina, mentre il giovanottello frequenta i riti funebri per diletto. Lui, fra l'altro, coltiva qualche passione suicida, dalla quale è dissuaso dal fantasma di un giovanissimo kamikaze giapponese, che gli vive al fianco da quei fatidici tre minuti di temporanea morte.
L'amore che resta vale soprattutto per l'interessante abbinamento tra spiritismo (in un certo senso anche di spiritualismo) e teoria darwiniana, di cui è grandissima appassionata la delicata Annabel (Mia Wasikowska), che serenamente lascia questa valle di lacrime a chi è più adattabile di lei. Per il resto, siamo di fronte ad una commedia piuttosto riuscita, di cui tuttavia non si direbbe autore un regista, Van Sant, dal quale ci si sarebbe aspettati qualcosa di più impegnat(iv)o.
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