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L'amore che resta

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su L'amore che resta

di ethan
8 stelle

Ci sono due anime nel cinema di Gus Van Sant, una 'mainstream' a cui appartengono film come 'Will hunting', 'Psycho' e 'Milk', -intendiamoci tutt'altro che brutti - ed altri, più intimisti e personali, con protagonisti giovani dalle vite tormentate: quest'ultimi sono i miei preferiti e questo 'Restless' è uno di loro.
Da un soggetto che ricorda 'Harold e Maude', che lo sceneggiatore, in un'intervista, dice di non conoscere, Van Sant dirige con una leggerezza di tocco due giovani di buone speranze come Mia Wasikowska e Henry Hopper - figlio di Dennis, al quale il film è dedicato - evitando i trabocchetti del sentimentalismo, procedendo per sottrazione.
Immerso nelle calde luci del fidato Harris Savides, il film racconta di situazioni e avvenimenti tragici con il sorriso sulle labbra e la purezza di sguardo dei due interpreti.
Curioso il personaggio di Hiroshi, interpretato da Ryo Kase, amico immaginario di Enoch (Henry Hopper), che si presta a differenti letture: un riferimento alla solitudine del ragazzo, la materializzazione del senso di colpa americano verso il Giappone per le atomiche sganciate nel 1945 su una popolazione inerme o semplicemente un espediente narrativo?
Toccante. Voto: 8.

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