Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Amore e malattia.
Un binomio già frequentato tante altre volte al cinema .
Un punto di partenza tutto sommato convenzionale per il nuovo film di Van Sant. Ma lui convenzionale non è e ribalta da par suo le prospettive della narrazione pur lavorando su una sceneggiatura non sua.
Un ragazzo e una ragazza( Enoch es Annabel) si conoscono a un funerale: si imbucano come curiosi, cercando di far parte di quella sfera intima che è il dolore altrui e presto intuiamo perchè sentono questa esigenza.
Lui ha perso da poco i genitori in un incidente stradale, ha avuto un'esperienza di morte di tre minuti e vive in una casa mausoleo assieme alla zia Mabel.
Lei ha un cancro che a breve se la porterà via eppure sembra accettare tutto col sorriso e si imbuca ai funerali probabilmente per coreografare meglio il proprio.
Si conoscono, si piacciono, sono poco più che adolescenti impacciati e un regista qualunque avrebbe inteso questo loro "breve" ( per forza di cose ) incontro come un qualcosa che sia assimilabile a un percorso di crescita e di accettazione del destino cinico e baro, come si suol dire.
E invece no : essendo a loro negato il tempo di una crescita in comune, Enoch e Annabel usano quel poco a loro disposizione per preparare al meglio il momento del distacco che incombe sempre su di loro, quando sono assieme non cercano di allontanarsi mentalmente il più possibile da quel momento che sancirà la loro separazione come farebbe qualsiasi coppia, anzi lo ritengono quasi parte del loro rapporto e si impegnano a renderlo il più memorabile possibile.
Lo hanno accettato , almeno apparentemente perchè Enoch , che tra i due è il più ombroso e confuso , ha i suoi momenti di cedimento.
Invece Annabel ha praticamente metabolizzato il suo destino: tutto le appare chiaro, cristallino, è lei che guida Enoch fuori dalla palude in cui sta affondando con i suoi fantasmi, prendendosene simbolicamente carico in una sorta di passaggio ideale tra uno che è stato morto per tre minuti e una che lo sarà non si sa per quanto.
Restless tratta un tema come la morte con una leggerezza quasi impalpabile, eppure è un film che colpisce dritto al cuore.
Non siamo di fronte al sarcasmo beffardo di Six feet under che utilizzando tutta l'iconografia funeraria come un maglio cerca di esorcizzare il concetto di morte e separazione.
Addirittura l'inizio del film fa sembrare Enoch come un discendente diretto dell' Harold di Harold e Maude , altra immortale storia d'amore a tempo determinato, solo che lui è un imbucato seriale ai funerali altrui e non un aspirante suicida.
Restless a suo modo è un inno alla vita nonostante tutto.
Enoch grazie ad Annabel viene finalmente educato a vivere.
Partecipare al funerale di lei è il momento della sua catarsi assoluta: finalmente supererà il trauma di non averpartecipato al funerale dei propri genitori ( che è la ragione per cui si imbuca ai funerali altrui vestito di tutto punto e listato a lutto).
Con una storia come questa il rischio di scivolare nell'abisso del patetismo gratuito era altissimo.
Bisogna dare atto a Van Sant che è riuscito a dare un taglio originale a un opera che rischiava di essere uguale e banale come decine di altre. E questo perchè accanto alla malinconia c'è sempre un sorriso e non è un caso che il volto fresco e sbarazzino di Annabel ( una bravissima Mia Wasikowska che sembra una Mia Farrow giovanissima ) ci regali dei sorrisi luminosissimi al contrario di Enoch ( Henry Hopper, figlio di Dennis a cui è dedicato il film ) che è sempre corrucciato e pensieroso. E lei è quella a cui un capriccio del destino ha riservato solo un'altra manciata di giorni da vivere.
Fotografato con toni autunnali e contraddistinto da sequenze lunghe e silenziose in cui la colonna sonora riesce a dire in musica tutto quello che non sarebbe possibile dire a parole, Restless lascia alla fine proprio quella sottile inquietudine indicata dal titolo.
Proprio come quella di Enoch, dell suo rapporto con Annabel e di quello con il mondo intero che lo circonda.
Quel silenzio inframezzato ai suoi momenti felici riportati in brevi , brucianti flashbacks , quel sorriso appena accennato quando riesce ad abbandonarsi totalmente alla voluttà del ricordo , sono la prova tangibile che finalmente un sole illuminerà la vita di Enoch.
(bradipofilms.blogspot.it )
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