Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Ho l'impressione che il melo puro non sia il metodo ricorrendo al quale Gus Van Sant possa fornire le sue prove migliori. Ciononostante, e nonostante qualche non lieve pecca di sceneggiatura ad inizio film (l'incontro tra i due protagonisti e' un po' appiccicato col bostick) e alcune fasi dei dialoghi piuttosto scadenti e deludenti, questo "Restless" (che orribile traduzione italiana! mi rifiuto di usarla e di memorizzarla!) puo' dirsi un film sicuramente riuscito. I meriti di cio' credo vadano equamente ripartiti tra l'essere una bella storia che tratta la morte con una levita' sorprendente (mimetizzata tra visioni e sorrisi, giochi e funeral parties), all'utilizzo di due personaggi molto intensi, cosi' diversi tra loro e per questo cosi' tanto vicini con i quali ben interagiscono i personaggi minori (su tutti il giovane kamikaze giapponese e la rediviva bentornata Jane Adams di solondtziana, felice memoria), ma soprattutto alla magnifica prova attoriale dei due giovani, convincenti fino al midollo, bravissimi (per il giovane Hopper Jr. prevedo una folgorante carriera da bello e maledetto, per la gia' malamente burtonizzata Alice/Wasikowska i fasti degni di chi ricorda una giovane Mia Farrow, ma con piu' luce). "Restless", con la morte che gioca a rimpiattino con gli uomini come fosse la sua migliore amica, e' un film che non sara' molto apprezzato dai puristi dei buoni valori (quelli non negoziabili, tanto per capirsi...), dai talebani pro-lifers abituati alla sontuosita' dei cimiteri e ai sermoni speranzosi nella resurrezione ("Io sono stato morto per tre minuti: non c'e' niente!!" esclama il protagonista): Van Sant ha fatto un film per il suo pubblico, e il suo pubblico ha di che ringraziarlo.
altalenante: a tratti molto azzeccata, a tratti invadente e inopportuna)
brava bravissima
Happiness, where are you? :-)
bravo bravissimo
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