Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Enoch e' un ragazzo giovane e ombroso, orfano dei genitori a causa di un gravissimo incidente automobilistico di cui fu vittima pure lui e a causa del quale stette per tre giorni sospeso tra la vita e la morte. E' un assiduo frequentatore di funerali di sconosciuti (piu' avanti si capira' chiaramente perche') e proprio in occasione di uno di quegli eventi conosce e si innamora della delicata ed eterea Annabelle, malata terminale di un tumore al cervello.
Inoltre il giovane, che vive con la zia ma si sente orfano del mondo, intrattiene un bizzarro rapporto confidenziale con un fantasma di un kamikaze giapponese, Hiroshi, che lo segue come un bonario angelo custode sin dai tempi del coma profondo. La ragazza accetta di buon grado le stranezze del giovane e ne e' subito attratta: nasce una storia d'amore tenera e a tratti commovente, che il regista sa condurre con la consueta abilita' che gli ha consentito fino ad ora di affrontare le sfide piu' disparate e disperate (tra cui un rischiosissimo ma alla fine convincente remake dello Psycho hitchcockiano). Il finale e' gia' scritto e forse prevedibile, e il sospetto di aver diretto il Love Story del nuovo millennio mi sfiora inevitabilmente. Fatto sta che i due protagonisti sono davvero cosi' intensi e teneri che i primi piani spesi e insistiti sui loro bei volti non stancano mai. Henry Hopper (figlio di Dennis, e si vede) e' bello come un giovane moderno Monty Clift, la Wasikowska, gia ' nota grazie all'inutile Alice di Burton e al bel I ragazzi stanno bene della Cholodenko, e' invece una nuova dolce, intensa Mia Farrow. Per entrambi il futuro cinematografico sembra un percorso magari in salita, ma pieno di interessanti opportunita'.
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