Regia di Jodie Foster vedi scheda film
Tormentato da una perniciosa depressione, Walter Black riesce ad arginare la sua deriva esistenziale e a rientrare nelle grazie della moglie per merito degli sferzanti consigli di Mr. Beaver, un castoro di pezza che diventa una sorta di alter ego "propositivo" e pragmatico dell'angosciato Walter. All'inizio la sorta di autoterapia sembra funzionare a meraviglia, ma ben presto il pupazzo prende il sopravvento, rivelando un'indole niente affatto bonaria. Devo confessare di essere rimasto abbastanza perplesso alla visione di questa opera terza di Jodie Foster: "Mr. Beaver" è una fumosa riflessione sul "male oscuro" che non si capisce esattamente che messaggio dovrebbe veicolare: che cosa rappresenta il pupazzo nella visione della regista? E' una sorta di metafora dell'alterazione generata dagli psicofarmaci, laddove la cura rischia di essere anche peggiore del male? Naaah... troppo contorto... e allora di che diavolo stiamo parlando? Il film ha indubbiamente dei momenti suggestivi ed il pupazzo è persino grottesco ed inquietante ma qua e là affiora il fondato dubbio che nemmeno gli autori della pellicola sapessero esattamente dove andare a parare. Per quanto mi riguarda ammetto i miei limiti e ci rinuncio: per me "Mr. Beaver" è un filmetto pretenzioso ed irrisolto, che spaccia fumo per arrosto e maschera per profonde riflessioni psicologiche ed esistenziali una vicenda di una banalità sconcertante. Lodevole comunque la prova dei protagonisti, con un Mel Gibson bravo a mettersi in discussione dopo gli scandali e le polemiche che hanno rischiato di travolgerne la (invero già da un po' declinante) carriera ed una Jodie Foster, convincente, misurata e, in controtendenza rispetto all'andazzo hollywoodiano, sempre più bella e sensuale nonostante gli anni che avanzano inesorabili. Cinque stelle a lei, al massimo due per il suo film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta