Regia di Jodie Foster vedi scheda film
In realtà non pensavo di dover fare i conti con un Rockfeller rat musquet che dà vita ad una doppia personalità dai risvolti appena inquietanti, tutto sommato.
Inquietante davvero, invece troviamo la sceneggiatura che ci sottopone Mel Gibson costantemente arredato di pantegana dentuta ed impagliata, sia mentre si doccia nudo, sia in briefing d'affari vestito di tutto punto. Quindi lo spettatore medio/basso (io) intuisce che per svestirsi/rivestirsi, la parte razionale di Mel può togliersi un attimo il pupazzo peloso e poggiarlo sul comò, senza esserne totalmente dipendente.
Insomma, metà Provolino e metà Rockfeller, Mr. Beaver (questo il nome affibiato all'ispido primate) raccoglie i resti di un uomo in preda alla depressione (che amore di mogliettina che lo sbatte fuori di casa invece di curarlo... e i figli? Due anime sante! Cuccioli di papà... ), sembra appropriarsi della sua identità (o ne forgia una nuova), riesumandolo magari meno “arma” ma decisamente più “letale” dei tempi d'oro, a smarionettare col sorcio al braccio da perfetto omino di casa e da lavoro.
Troppo “perfetta” allegoria sulla famiglia, l'amore, il perdono e la redenzione (e poi parlano male di Malick che frulla l'intero scibile universale in poco più d'un paio d'orette... tutti a scuola da Jodie Foster... su! )
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