Regia di John Cameron Mitchell vedi scheda film
non è un film facile rabbit hole. parlare della perdita di una persona cara al cinema c'è sempre il rischio di fare un soap-operone da lacrime nelle saccocce e scene madri ogni tre per due. in più pare che in molto cinema sia preferibile ambientare gli accadimenti infausti in un ambiente benestante, così da poter veicolare ogni sforzo nell'elaborazione del lutto. far quadrare poi il cerchio di un'opera in poco più di 90 minuti ce n'ha del miracoloso. l'enorme casa di becca e howie ricorda ad entrambi il limbo in cui stanno vivendo. hanno perso il figlioletto in un incidente in auto. se becca è quello che sembra l'elemento più debole e alla deriva, è il marito che sbanda e rischia di scivolare in una relazione extra-coniugale. entrambi hanno la certezza, magari un pò offuscata al momento, che si amano. non saranno le persone al gruppo di supporto che becca abbandona subito, a farli realizzare di ciò che hanno bisogno. evidentemente becca sta già risalendo, perchè sa che non vuole passare il resto della sua vita a frequentare gruppi di supporto, o adorare un qualsiasi dio di una qualsiasi chiesa. prima c'era una persona, un figlio; ora c'è il suo ricordo, o meglio gli ultimi istanti prima che diventasse un dolorosissimo ricordo. becca vuole tenere una porta aperta sul futuro. vuole pensare di poter cambiare casa o città, o almeno togliere i disegni dal frigorifero o sbaraccare la cameretta ancora ricolma di tutto ciò che apparteneva al "ricordo". qualsiasi cosa si affanni a a fare, dall'interrare bordure nuove nel giardino a mettersi in tiro per andare a trovare i colleghi al suo ex posto di lavoro, nulla sembra darle una mano a riemergere... le bordure moriranno o verranno accidentalmente calpestate dalla vicina premurosa e i colleghi saranno tutti, o quasi, trasmigrati altrove. e così mentre howie si ammazza di squash e peregrina zombescamente al gruppo di supporto, legando con la veterana fondatrice mollata di fresco dal marito(sandra oh), becca invece pedina "l'assassino" del figlio, trovando in quel figlio di altri un "motivo", un "fine", un "qualcosa di vero da fare". saranno "gli universi paralleli" affittato in biblioteca, reso da jason("l'assassino")per documentarsi per il suo fumetto da cui il titolo del film, o sarà semplicemente che se non mori, vivi, ma becca individua una via da seguire. ovviamente verrà indicata ad howie che sarà ben lieto di seguirla in compagnia dell'amata moglie. un passo alla volta, senza per forza sapere cosa ci sarà dopo il dopo di quel dopo. bella la fotografia che ricrea perfettamente il clima che si respira in primavera dopo l'ennesimo acquazzone. buone le musiche e le prove degli attori con una ritrovata dianne wiest. il gioco è in sottrazione e la kidman soprattutto, sembra volersi giocare il tutto per tutto per ritrovare una verginità artistica, dopo tanti ruoli buttati lì e quella ribellione senza causa che l'ha resa follemente brutta grazie alla chirurgia.
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