Regia di Peter Weir vedi scheda film
Nel 1941 un gruppo di deportati fugge dai gulag siberani per tentare di raggiungere a piedi il confine con la Mongolia. Neve, deserto, siccità, lupi, una ragazza polacca (Ronan) che si aggiunge al gruppo: alla fine arriveranno in tre.
Dopo un lungo silenzio (dai tempi di Master & commander) Peter Weir torna dietro la macchina da presa con il suo terzo film d'avventura (gli altri sono Mosquito coast e lo stesso Master & commander). Le cose funzionano a meraviglia nella prima parte, quando sotto l'occhio della cinepresa si snoda il racconto epico di un'umanità disposta a tutto pur di sopravvivere. A funzionare decisamente meno è proprio la parte avventurosa del film, una sorta di road movie nel quale - al di là del cambio di scenografie naturali sempre impressionanti e magnificamente fotografate da Russell Boyd - non succede granché e quello che accade, nonostante si tratti di un'autentica odissea, viene raccontato in modo davvero poco avvincente.
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